Il ministro Valditara, intervistato dai microfoni del Corriere della Sera, si è soffermato sulla figura dei tutor, in arrivo presso le scuole italiane da settembre
Giuseppe Valditara, ministro dell’istruzione, ha rilasciato una lunga intervista stamane ai microfoni del Corriere della Sera, in cui si è soffermato sulle novità che verranno introdotte nei prossimi mese nel sistema scolastico italiano, a cominciare dalla figura del tutor. «Da settembre debutteranno poco meno di 40 mila tutor per gli studenti degli ultimi tre anni di scuola superiore – le parole dell’esponente dell’esecutivo – e circa 10 mila orientatori, uno per ogni scuola. Progressivamente avremo 100 mila tutor, dalla prima media alla quinta superiore. Il loro compito è coordinare i colleghi e assicurare la personalizzazione del curriculum, con particolare attenzione agli studenti in difficoltà e a quelli molto brillanti che si annoiano».
Sui compiti che svolgerà il tutor: «Per esempio: in una classe di trenta si individuano 7-8 studenti che manifestano difficoltà e devono recuperare con approfondimenti e sostegno disciplinare con i loro insegnanti. Il tutor predispone, d’intesa con i colleghi, un percorso personalizzato». Le lezioni di recupero non si svolgeranno solo al mattino: «Saranno anche dopo l’orario scolastico. Offriamo così un servizio di recupero per i ragazzi di famiglie che non potrebbero pagare le ripetizioni».
VALDITARA: “PROF SARANNO PAGATI DALLE SCUOLE”
E i prof saranno pagati: «Dalle scuole, nella loro autonomia: attingeranno ai fondi di cui parlavo prima. Se aprono il pomeriggio, pagheremo anche il personale Ata». Sull’obbligo o meno di prendere parte a queste lezioni “extra”: «Sono percorsi personalizzati per recuperare i gap o valorizzare i talenti: ognuno deciderà. Troverei curioso che uno studente preferisse non partecipare». Sull’assunzione dei docenti precari in vista di settembre: «In estate si svolgerà un concorso, circa 25mila posti. Non sarà una sanatoria».
Valditara ha terminato l’intervista parlando dei fondi del Pnrr da destinare ad asili nido e scuole dell’infanzia: «Abbiamo chiesto alla Commissione una dilazione di sei mesi, come ci chiedono gli enti locali: scontiamo ritardi rilevanti perché il governo precedente non aveva predisposto procedure semplificate, che ora abbiamo attivato. Si aggiunga il problema inatteso dei rincari delle materie prime».
