Il ministro Valditara rende noti i dati relativi allo sciopero del 17 novembre nel personale scolastico. "Abbiamo fatto più dei precedenti governi" spiega
Nel personale scolastico, una media del 6,5 ha scioperato il 17 novembre. Il ministro Valditara, a “Stasera Italia”, ha reso noti i dati in merito alle proteste: “Massimo rispetto verso chi ha deciso di scioperare. Qualcuno ha parlato di guerra dei dati. Io ho i dati del 60% degli istituti e la percentuale degli scioperanti è molto bassa. È in assoluto una delle percentuali più basse dal 2014 in avanti. Ci sono stati anche casi del 65% di adesione nel 2015. Sono stati casi eccezionali ma questi sono i dati ufficiali in nostro possesso”.
I dipendenti interessati del suo ministero sono “un numero rilevantissimo, un milione e 200 mila”. Metà dei dipendenti della pubblica amministrazione italiana sono sotto il ministero di Valditara: di questo numero, appunto, solo il 6,5% ha scioperato. La protesta “riguardava sia i docenti sia il personale Ata” ha sottolineato il politico.
Valditara: “Vogliamo un rapporto tra scuola e lavoro”
Secondo il ministro Valditara “purché lo sciopero abbia successo servono motivazioni forti. Evidentemente queste non sono state ritenute decisive. Lo hanno promosso dicendo che il Governo intendeva chiudere le scuole e ridurre l’offerta sul territorio, aumentando le classi pollaio. Niente di tutto questo è vero. Le classi rimarranno le stesse e i docenti non verranno licenziati. Dunque con il dimensionamento non si attenterà al servizio scolastico“. Inoltre “si è detto che vorremmo mettere la scuola nelle mani dell’impresa ma non è così. Semmai vogliamo stimolare un rapporto tra scuola e lavoro e dare finalmente maggiori opportunità formative ai ragazzi”.
Per quanto riguarda i fondi della Manovra, Valditara spiega a “Stasera Italia”: “L’anno scorso abbiamo chiuso un contratto con miglioramenti e quest’anno ci sono 5 miliardi di euro solo per i dipendenti statali. Questi soldi saranno impiegati per aumenti rilevanti al personale della scuola che avrà un anticipo a dicembre. Se li aggiungiamo al taglio del cuneo fiscale, si tratta di misure importanti. Abbiamo fatto più di quanto fatto dai precedenti governi“.
