Cosa succede oggi alla Casa Bianca: il vertice Trump-Zelensky e il tavolo coi volenterosi UE a Washington. Le condizioni di Russia e Ucraina

GLI “HIGHLIGHTS” DEL VERTICE BILATERALE TRUMP-ZELENSKY: ECCO COME È ANDATA

Una pace duratura con gli Stati Uniti impegnati nella garanzia di sicurezza per l’Ucraina, con Kiev pronta ad accettare un trilaterale con il leader russo Putin (che verrà chiamato questa sera al termine del summit dallo stesso Presidente USA con i volenterosi europei): a sorpresa è ancora davanti alle telecamere che avviene la prima parte del vertice Trump-Zelensky, esattamente come 6 mesi fa ma con esiti e toni diametralmente opposti. Più che sul contenuto di quanto emerso nella conferenza stampa nello Studio Ovale, sono i gesti e i sorrisi ad essere stati ampiamente notati: la sintonia questa volta c’è, nessuna tensione, anzi la propensione di entrambi i leader a trovare una pace reale e duratura.



Le condizioni di Russia e Ucraina verranno discusse nel bilaterale in privato e poi soprattutto nel vertice con i volenterosi UE, ma nel frattempo un passo in avanti verso un possibile accordo è stato fatto: «sono pronto al trilaterale con Putin, abbiamo bisogno di sostegno dall’Europa e dagli USA», ha spiegato Zelensky nel dialogo a quattro mani con il leader repubblicano, ringraziato a più riprese dallo stesso Presidente ucraino.



Vertice NATO coi volenterosi UE a Washington: Zelensky, Von der Leyen, Starmer, Meloni e Rutte (ANSA-EPA 2025)

Trump ha sottolineato che l’intento principale è trovare la pace definitiva più che un cessate il fuoco, e al termine del summit alla Casa Bianca provvederà a telefonare il Cremlino per informare i passi avanti raggiunti: «Avremo una pace duratura in Ucraina, spero immediatamente», ha poi aggiunto il tycoon, evitando però di rispondere ai temi chiave dei territori come del resto fatto poco prima dallo stesso leader ucraino. Il vertice Trump-Putin vede poi l’apertura di Kiev ad elezioni quanto prima, non appena raggiunta la pace, mentre dagli USA si conferma la volontà di essere coinvolti nelle garanzie di sicurezza, «ci sarà molto, molto aiuto per quanto riguarda la sicurezza. Ci sarà molto aiuto, da noi e dall’Europa».



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COSA SUCCEDE OGGI ALLA CASA BIANCA E PERCHÈ POTREBBE ESSERE PIÙ IMPORTANTE ANCORA DEL VERTICE IN ALASKA

Sarà un’altra giornata campale, ad appena tre giorni di distanza dal summit in Alaska fra Vladimir Putin e il Presidente degli Stati Uniti: obiettivo n.1 del vertice Trump-Zelensky in programma oggi alla Casa Bianca sarà però non ripetere la triste esperienza dello scorso febbraio, quando una lite in diretta mondiale nello Studio Ovale mise a serio rischio l’alleanza occidentale con Kiev. Forse anche per questo spiacevole “precedente” alla missione annunciata del Presidente ucraino dall’omologo americano hanno deciso di partecipare – con il via libera di Washington – alcuni dei leader UE, i cosiddetti “volenterosi” che più volte in questi giorni si sono aggiornati in video conferenza per capire quali passi muovere sull’intricata trattativa di pace in Ucraina.

Dopo le varia triangolazioni a seguito del summit ad Anchorage, le posizioni sono abbastanza nette e ancora molto distanti fra Kiev e Mosca, a cominciare dal cessate il fuoco che Zelensky vorrebbe come elemento preventivo ai negoziati, mentre la Russia di Putin punta ad un accordo globale da sottoscrivere con l’Ucraina e con gli Stati Uniti senza una tregua momentanea iniziale.

Nel corso delle ultime ore è stato l’inviato speciale Witkoff a far sapere pubblicamente alcuni dei dettagli discussi tra Putin e Trump in Alaska e che oggi saranno al centro del finora segretissimo programma alla Casa Bianca: l’intero Donbass con possibili concessioni/ritiri sulle altre regioni occupate (Kherson, Zaporizhzhia, Sumy e Kharkiv) e sopratutto con la possibilità che Mosca potrebbe accettare di una garanzia di sicurezza dell’Occidente per il futuro dell’Ucraina, evitando future invasioni e/o attacchi.

Vertice Putin-Trump in Alask (ANSA-EPA 2025)

Il modello in mente, citato direttamente da Witkoff, è quello formulato mesi fa dalla Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni circa un simile articolo 5 della NATO da modulare per un Paese non membro come l’Ucraina: Zelensky nel frattempo in collegamento con i volenterosi ieri per preparare la missione negli States ha spiegato che Kiev non accetterà alcuna cessione di territori e che invece occorre ripartire nei negoziati dall’attuale linea di confine dei territori, con dunque le 5 regioni occupate non interamente dalle forze russe (oltre a Luhansk e Donetsk nel Donbass, anche Crimea, Zaporizhzhia e Kherson).

Il vertice Trump-Zelensky viene investito di grossa importanza dalla stessa Casa Bianca che ha legato la buona riuscita dell’incontro di oggi alla possibilità di organizzare entro fine di questa settimana un trilaterale con Putin per poter finalmente mettere in atto il primo negoziato di pace a tre anni e mezzo dall’inizio dell’ignobile guerra ad est dell’Europa. Il programma prevede alle ore 19.15 (ore italiane) il primo vertice Trump-Zelensky Dentro lo Studio Ovale, mentre per le 20.15 è prevista l’accoglienza del Presidente americano ai vari leader UE per la foto opportunity in vista del pranzo di lavoro multilaterale entro le ore 21, sempre in Italia.

I VOLENTEROSI UE CON ZELENSKY ALLA CORTE DI TRUMP: TUTTI GLI SCENARI IN CAMPO

Trump e Rubio parlano di «grandi progressi» e passi avanti con Mosca, e tenteranno di illustrarli assieme a Witkoff oggi alla Casa Bianca: secondo le fonti della Bild, l’intenzione americana è di un vertice Trump-Zelensky in separata sede a cui poi seguirà una tavola rotonda con i vari volenterosi giunti a Washington nelle scorse ore, con poi la cena di lavoro serale allargata. Presenti al confronto saranno il segretario generale della NATO Mark Rutte, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, il Presidente francese Emmanuel Macron, il Presidente finlandese Alexander Stubb e il Premier inglese Keir Starmer, senza dimentica anche la Presidente della Commissione UE Ursula Von der Leyen.

La video call dei volenterosi UE: Macron, Von der Leyen e Zelensky (ANSA-EPA 2025)

L’Europa con Zelensky insiste per una tregua iniziale che possa permettere il via libera dei negoziati di pace, ma tanto la Germania quanto l’Italia hanno sostenuto l’importanza di un canale diretto con Mosca garantito dall’amministrazione Trump: una pace definitiva è l’elemento più importante possibile, anche di un cessate il fuoco iniziale. Nell’attesa di capire però se il vertice fra Trump e Zelensky avrà esito migliore del precedente piuttosto scomodo alla Casa Bianca dello scorso febbraio, sono le parole del leader di Parigi ad infiammare la vigilia del summit.

Macron ha parlato infatti di necessità per l’Occidente di fermare sul nascere le mire espansioniste della Russia prima che nuove “Ucraine” possano scorgersi all’orizzonte: «Putin non vuole la pace ma la capitolazione dell’Ucraina», ha detto il Presidente dall’Eliseo al termine della riunione con gli altri volenterosi in video-call. La richiesta della Francia è quella di sapere da Trump oggi quali siano le garanzie offerte all’Ucraina per impostare i negoziati di pace con la Russia: l’impegno generale a fianco di Kiev è garantito da tutti i membri UE e NATO, ma nel vertice odierno a Washington si cercherà di capire come impostare una possibile pacificazione futura e quanto l’America sarà coinvolta o meno in tale processo.

L’IPOTESI DELL’ARTICOLO 5 NATO PER L’UCRAINA EVOCATO DALL’ITALIA DI MELONI TORNA DI ENORME ATTUALITÀ

Quanto affermato da Witkoff resta forse il punto più importante da affrontare, specie per i cosiddetti “volenterosi”: «Putin e il Trump in Alaska hanno raggiunto un accordo per garanzie di sicurezza rivoluzionarie sul modello dell’articolo 5 della NATO». La proposta partorita dal Governo italiano mesi fa – e accolta già all’epoca dall’amministrazione Trump – prevede la possibilità di sottoscrivere un accordo di alleanza che imponga ai firmatari l’eventuale difesa dell’Ucraina da ulteriori attacchi futuri, sulla scia di quanto previsto da quell’articolo centrale dell’Alleanza Atlantica.

Premier Giorgia Meloni con i Presidenti Trump e Zelensky (ANSA 2025, Palazzo Chigi)

L’apertura di Mosca, se fosse confermata, non sarebbe per l’ingresso di Kiev nella NATO ma per un meccanismo simile che alcuni dei “volenterosi” reputano possibile, anche grazie al plauso USA che sosterrebbe tale iniziativa, come confermato dallo stesso inviato Witkoff alla CNN nella giornata di domenica. «L’Ucraina dovrà essere coinvolta in ogni decisione sul suo futuro», sottolinea la nota di Palazzo Chigi al termine della video-call dei volenterosi ieri pomeriggio.

Di fatto resta poi la delicata discussione della cessione dei territori, con lo stesso Macron che ha comunque fatto intuire che un possibile punto di partenza nelle trattative potrebbe non essere negata: «L’Ucraina non riconoscerà che tali territorio sono sotto la sovranità di qualcun altro, ma ne riconoscerà la perdita attraverso un’azione militare», il che significa che per Zelensky la possibilità di ammettere il ko sui territori finora persi non è così da escludere. Diverso sarebbe però cedere l’intero Donbass quando ancora non è stato conquistato, come spiegato ieri dallo stesso Presidente ucraino che ha sottolineato come verranno prese in considerazioni ove possibili le richieste di Putin senza però «regalare territori al nemico».