La nota dura dei vescovi UE in difesa dell'Ucraina e contro le dichiarazioni di Russia (e Trump): parla il presidente COMECE, “spettacolo ignobile”

NEL CAOS GLOBALE USA-UCRAINA-RUSSIA-UE, LA CHIESA EUROPEA PRENDE POSIZIONE (CON KIEV)

L’evoluzione di questo 2025 di grandi aspettative per una pace in Ucraina è sempre più convulso: nei giorni di confronti e scontri fra Stati Uniti ed Unione Europea sul destino dei negoziati con la Russia, i vescovi UE prendono netta posizione in risposta a quanto emerso nello “show” alla Casa Bianca tra Zelensky e Trump (l’incidente diplomatico in realtà ricucito appena una settimana dopo, complice il netto aut-aut dell’amministrazione americana sugli aiuti militari).



Non solo, la COMECE – la Conferenza Episcopale dell’Unione Europea – invoca un ruolo di pacificazione maggiore per l’Unione Europea, anche qui però negli stessi giorni in cui Von der Leyen al Consiglio UE presenta il maxi-piano sul riarmo militare. Nella dichiarazione diffusa il 4 marzo scorso, i vescovi UE si schierano comunque a sostegno dell’Ucraina e del suo popolo, ribadendo il grado di chi è vittima e chi carnefice, come una sorta di risposta indiretta alle polemiche sorte venerdì scorso dopo il clamoroso scontro alla Casa Bianca tra i due Presidenti.



Davanti all’instabilità e all’incertezza sul futuro della guerre (e della pace), i vescovi della COMECE ribadiscono la vicinanza stretta con piena solidarietà al popolo ucraino che da tre anni esatti soffre dell’invasione russa su larga scala. Dopo aver ricordato nella preghiera le vittime a migliaia, la Presidenza dei Vescovi UE si sofferma sull’apprezzamento per le iniziative europee di aiuto economico, umanitario e militare all’Ucraina. «La lotta dell’Ucraina per la pace e la difesa della sua integrità territoriale non è solo una lotta per il proprio futuro», si legge ancora nella nota della COMECE, presieduta dall’italiano arcivescovo Mariano Crociata. In gioco vi è l’intero destino europeo e in generale del mondo democratico.



MONS. CROCIATA (VESCOVO PRESIDENTE COMECE) ATTACCA PUTIN MA ANCHE TRUMP

Rinnovando un ulteriore sostegno all’Ucraina, i vescovi UE puntano a rispondere alla polemica sulla potenziale “provocazione” di Kiev e della NATO alle porte della Russia negli anni (elemento più volte ricordato anche da Papa Francesco, seppur in tono minore): «l’invasione della Russia è una violazione palese del diritto internazionale», così come l’uso della forza per alterare i confini, per non parlare degli atti criminali e atroci contro la popolazione. Serve una pace integrale e giusta, dove è possibile ottenerla solo con «negoziati seri»: la COMECE auspica un dialogo sincero che non tolga dal tavolo l’Ucraina e che porti la Russia ad uno sforzo diplomatico dopo essere stato l’aggressore iniziale.

Per futuro di pace per l’Ucraina e l’Europa intera, «servono garanzie di sicurezza per evitare che la guerra riprenda in un secondo momento», sostengono i vescovi UE sposando la tesi della Commissione Europea e dei principali leader del Vecchio Continente. Ultimo appello della Chiesa europea è che in questo tempo di Quaresima e di attesa per la Santa Pasqua, l’Europa tenga il più possibile fede alla vocazione storica di essere «promessa di pace e stabilità per il mondo intero».

Intervistato dall’AgenSIR dopo la nota della COMECE, ha parlato il presidente delle Conferenze Episcopali dell’UE, mons. Mariano Crociata: il vescovo ha acuito i concetti principali, specie quello di rispondere in maniera unitaria tanto alla Russia di Putin quanto anche agli Usa di Trump. Con toni anche forti, il n.1 dei vescovi UE definisce «ignobile» lo spettacolo che in queste settimane rischia di capovolgere la realtà, «si vuole far credere che la vittima sia il carnefice». Serve porre fine alla guerra e arrivare alla pace, ma non a discapito della verità storica, riflette mons. Crociata: «è il momento di mantenere un grande equilibrio d’animo e una altrettanto grande pacatezza di giudizio, dando il giusto nome e il giusto peso a tutto», invoca il vescovo leader della COMECE.