Caro signor Beppe Grillo, se Le volessi male, come tanti in Italia, Le direi: continui così, difenda Virginia Raggi; poverina, è solo cappuccetto rosso persa nel bosco tra lupi tanto cattivi.
Non creda che la Raggi sia uno spirito-volpe, come si legge in Guo Pu (276-324 d.C.): “quando una volpe ha 50 anni si può trasformare in una donna, quando ne ha 100 diventa una bella donna”. Certo, questi sono commenti misogeni in una società, come quella cinese, spaventata sempre delle donne.
Il problema però, signor Grillo, è che se continua così Lei e il suo movimento morite dissanguati. Se i suoi militanti più pervicaci per difendere la Raggina dicono: — a Milano Sala fa di peggio —, vuol dire che sono all’ultima spiaggia. Se la difesa è “lei è meno peggio dell’altro per corruzione”, vuol dire che ammettono che la Raggi è una mela marcia. Meno di un altro? Forse, ma poi chi va a misurare col bilancino?
E questo rivela un’altra questione, più essenziale: perché i milanesi non si lamentano di Sala, ma sempre più romani piangono per Raggi? Non diciamo, per favore, che è colpa dei giornali. Se fossero così potenti, Lei, signor Grillo, non avrebbe il 20-30 per cento dei consensi.
Il motivo vero è che Sala governa la città, la Raggi non si sa cosa fa. E la questione non è solo che le corse degli autobus si sono dimezzate, che quando piove la città si allaga, che l’immondizia non si raccoglie. Il problema è che non si sa cosa vuole fare. La Raggi avrebbe dovuto arrivare al governo con un programma, non lo ha fatto, e ora dopo sette mesi non ha ancora cominciato a farlo!
Non fa una conferenza stampa, non parla ai giornalisti se non in ambienti ovattati, pieni di garanzie per dire solo: io sono cappuccetto rosso in mezzo ai lupi, proteggetemi, bravi cacciatori. Cosa fa o vuole fare di concreto per la città? Nessuno lo sa. In questo pare davvero uno spirito-volpe.
Siamo pratici: se non ha fatto niente fino ad ora non farà mai più niente, e quindi, come si fa con i cattivi investimenti, signor Grillo, liquidi questa posizione il prima possibile, per evitare di essere dissanguato a morte.
Noi ci teniamo alla Sua salute politica, non per affezione a Lei o al suo movimento, che non conosciamo (e ci perdoni il cinismo), ma perché Lei comunque ha colmato uno spazio che senza di Lei potrebbe essere preso da qualche sanculotto ancora più radicale.
Dopo la sconfitta a Roma certo niente sarà facile; bisognerà ripensare tutto, rilanciare il movimento, e su questo vale la pena che Lei si concentri il prima possibile.
Oppure non ci creda, faccia come le pare, e difenda la Raggina, perché le vogliono tutti male in questo mondo in cui tutti sono cattivi e lei, che è buona-buona, va a parlare sui tetti. Perché? Non perché è un po’ volpe.
(tradotto dal cinese da Francesco Sisci)