La dad per “reprimere” possibili occupazioni: questo quanto deciso dal preside di un liceo di Lugo, provincia di Ravenna. La scuola, infatti, ha disposto la didattica a distanza per tutte le classi terze, quarte e quinte per la giornata del 26 marzo 2022 per impedire agli studenti di esercitare le proprie rivendicazioni.
Come riporta L’Indipendente, l’episodio si è verificato nel Liceo Curbastro e la scelta di ripiegare sulla dad non ha avuto legami con emergenze Covid: il preside della scuola ha voluto prevenire possibili occupazioni della struttura, come già avvenuto in diversi istituti di tutta Italia. In realtà, come spiegato dagli stessi studenti, non c’era alcuna ambizione di incrociare le braccia: “Volevamo solo organizzare un’assemblea per parlare delle conseguenze della didattica a distanza”.
“Vogliono occupare la scuola”: preside mette studenti in dad
Gli studenti hanno organizzato un incontro per discutere del loro benessere psicologico e per parlare di una scuola “più adatta” alle esigenze dei giovani, con proposte di eventi e attività di dibattito. L’obiettivo, hanno spiegato, era quello di coinvolgere anche alcuni docenti per confrontarsi sul disagio creato dagli anni della dad, dimostrato dall’aumento vertiginoso del numero di studenti che ricorrono alla terapia psichiatrica. Il dirigente scolastico, però, venerdì 25 marzo ha diramato una circolare per imporre la dad “avendo raccolto prove significative dell’intenzione di alcuni studenti di occupare la sede del liceo, in considerazione del fatto che il liceo è sede del concorso ordinario nazionale per la scuola secondaria sino al 12 di aprile”. Una versione respinta al mittente dagli organizzatori: “Non volevamo occupare la scuola e saremmo stati lontanissimi dall’area riservata al concorso. L’evento avrebbe avuto successo perchè avevamo raccolto l’85% delle adesioni sui 300 messaggi arrivati in risposta al video in cui spiegavano il senso dell’iniziativa”. Gli studenti sabato hanno trovato fuori dalla scuola i bidelli impegnati a “selezionare” gli alunni di prima e seconda: “Abbiamo chiesto un incontro al preside ma non ha dato particolari risultati. Ufficialmente abbiamo detto che non avremmo più cercato di organizzare un altro evento simile. Dopo quello che è successo però non abbiamo voglia di fermarci né di continuare a frequentare un istituto che mette a casa gli studenti”.