Von der Leyen eletta con voti decisivi M5s/ Trattative segrete per i vaccini e dichiarazioni choc sull’Italia

- Silvana Palazzo

Chi ha eletto Ursula Von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue? Decisivi i voti M5s. Ma non sono mancati gli scandali per la tedesca, come le trattative segrete per i vaccini

vonderleyen 12 lapresse1280 640x300 Ursula von der Leyen (LaPresse)

Negli ultimi giorni che precedono le Elezioni Politiche 2022 si stanno susseguendo dichiarazioni a dir poco discutibili dall’estero sul voto italiano. L’ultima è Ursula Von der Leyen: “Vedremo il risultato del voto in Italia, ci sono state anche le elezioni in Svezia. Se le cose andranno in una direzione difficile, abbiamo degli strumenti, come nel caso di Polonia e Ungheria“, ha dichiarato la presidente della commissione europea rispondendo ad una domanda a Princeton sui risultati delle Elezioni Politiche 2022 in Italia, dopo che le è stato fatto notare che i tra i candidati ci sono figure vicine al presidente russo Vladimir Putin. “Il mio approccio è che noi lavoriamo con qualunque governo democratico che è disposto a lavorare con noi“. Quindi, ha aggiunto: “Se le cose andranno in una direzione difficile, abbiamo degli strumenti, come nel caso di Polonia e Ungheria“.

CHI HA ELETTO URSULA VON DER LEYEN…

Ursula von der Leyen è stata eletta Presidente della Commissione europea il 16 luglio 2019, con un voto a scrutinio segreto del Parlamento europeo. Furono 383 i voti a favore dei deputati, 327 contro e 22 invece gli astenuti. Alla luce del fatto che il Parlamento è formato da 747 eurodeputati, la soglia necessaria per l’elezione era di 374 voti, quindi il 50% più uno. Di fatto, Ursula von der Leyen è stata eletta per guidare la Commissione Ue, diventando la prima donna nella storia europea a presiedere l’esecutivo comunitario, per nove voti. Decisivi furono i 14 eurodeputati M5s, senza cui sarebbe mancato il quorum necessario. Al sì dei grillini, allineati col Pd, si contrappose il no della Lega, con i partiti all’epoca alla guida del governo che si spaccarono proprio sul voto.

M5s si schierò quindi con Popolari, di cui fa parte la presidente tedesca, Socialisti e democratici, Renew Europe, liberal-centristi di Macron, seppur non in maniera compatta. Infatti, tra quei tre gruppi non mancarono una settantina di europarlamentari, tra franchi tiratori, che cercarono di impallinare Ursula von der Leyen, e schede bianche. All’indomani dell’elezione, il Movimento 5 Stelle pubblicò un comunicato ufficiale, rivendicando la scelta di votare la tedesca, prendendo le distanze dalla Lega che invece non la votò.

L’ELEZIONE DI VON DER LEYEN E LE OMBRE

Il Movimento 5 Stelle in quella nota sostenne che vi era un accordo con la Lega affinché i “sovranisti” lontani dai partiti tradizionali votassero Ursula von der Leyen, “sapendo che la ‘sua’ maggioranza non esisteva e in questo modo avremmo potuto condizionare ogni decisione futura in Europa“. In quell’occasione rimarcò che gli alleati della Lega, come i Paesi di Visegrad, votarono la politica tedesca. “Tutti erano d’accordo, con tanto di dichiarazioni pubbliche. Poi la Lega, all’ultimo secondo, ha deciso di sfilarsi“. M5s sostenne che la retromarcia leghista serviva ad attaccare proprio loro. Scrissero anche che non avrebbero mai stretto alcuna alleanza con il Pd, smentendo le indiscrezioni dei giornali, ma questa è un’altra storia…

L’elezione di Ursula von der Leyen a capo della Commissione Ue fece discutere anche per alcune controversie. In Germania, infatti, aveva fatto discutere per l’acquisto in grande quantità di carriarmati che poi si incepparono. Ma le ombre sono dense. Nel 2015, ad esempio, i ricercatori del progetto VroniPlag Wiki, esaminando la sua tesi di dottorato del 1991, conclusero che il 43,5% della tesi era plagiata. La scuola di medicina di Hannover condusse un’indagine che nel marzo 2016 si concluse che la tesi effettivamente conteneva plagio, ma non era possibile provarne la malafede. Quindi, l’università non revocò la laurea in medicina, ma diversi critici misero in dubbio l’indipendenza della commissione che esaminò la tesi, alla luce anche del fatto che conosceva il direttore.

DALL’AFFARE CONSULENTI AL CASO VACCINI

C’è poi la questione dell’affare consulenti. Dal 2018 una commissione investigativa della Corte dei conti federale tedesca cominciò a esaminare come furono aggiudicati diversi contratti per decine di milioni di euro a società di consulenza esterne, riscontrando diverse irregolarità nelle modalità di aggiudicazione degli appalti. Nel corso di queste indagini due dei telefoni di Ursula von der Leyen furono sequestrati, ma i dati all’interno erano stati cancellati prima di essere consegnati al ministero della Difesa. Per questo il deputato dell’opposizione Tobias Linder denunciò la politica tedesca per sospetto di deliberata distruzione di prove rilevanti per il caso. C’è poi il più recente caso vaccini. In una Relazione speciale della Corte dei Conti del 12 settembre è riportato che l’Ue ha comprato 4,6 miliardi di dosi di vaccini spendendo 71 miliardi di euro: la spesa più onerosa per il bilancio Ue di tutti i tempi. Il dubbio è che siano stati acquistati circa 1,4 miliardi di vaccini di troppo. Inoltre, non sono state rispettate le procedure corrette in uso per i contratti. «Non abbiamo ricevuto informazioni sulle trattative preliminari del più grande contratto nell’Ue», segnala la Corte dei Conti.

C’è poi la trattativa con Pfizer-Biontech, «l’unico contratto per il quale la squadra negoziale congiunta non ha partecipato a questa fase dei negoziati». Quindi, Ursula von der Leyen li ha condotti da sola, trattando in segreto con Albert Bourla, ceo di Pfizer, che ha incassato 35 miliardi dei 71 spesi dall’Ue. Una vicenda, quella della trattativa segreta, nota da tempo. Ma la faccenda non è chiesa: c’è l’inchiesta di Politico e Welt sui condizionamenti della Fondazione Bill & Melinda Gates e di altre tre organizzazioni filantropiche nei confronti dei governi Usa e Ue per l’acquisto dei vaccini. «Bill Gates e i leader delle altre tre organizzazioni hanno avuto un accesso senza precedenti ai più alti livelli di governo, spendendo 8,3 milioni di dollari per fare pressione sui legislatori e funzionari di Usa ed Europa». A tal proposito, i due quotidiani aggiungono: «Funzionari degli Usa, dell’Ue e dell’Oms hanno ruotato attorno a queste organizzazioni come dipendenti, aiutandole a consolidare le loro connessioni politiche e finanziarie a Washington e Bruxelles».





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