Come è andata la missione UE in Cina: Von der Leyen ‘minaccia’ Xi Jinping su possibili dazi “se non aprite il mercato alle aziende europee”. Pechino replica
VON DER LEYEN ‘MINACCIA’ DAZI SE NON SI APRIRÀ IL MERCATO CINA ALLE AZIENDE UE
I rapporti tra UE e Cina sono stati ribaditi e rinforzati, ma lo scambio diplomatico nel vertice andato in scena questa mattina tra Von der Leyen e Xi Jinping è tutto fuorché privo di tensioni: già l’aver dimezzato le giornate di missione (dalle due iniziali all’una soltanto garantita da Pechino) ha fatto intuire come lo stato delle relazioni tra commercio, economica e geopolitica sia tutt’altro che ad alto livello al momento. Per di più la Presidente della Commissione Europea, assieme al Presidente del Consiglio UE Antonio Costa, hanno più volte “pressato” gli omologhi cinesi in merito all’apertura dei mercati.
«Serve riequilibrare le relazioni commerciali», ha spiegato al termine del vertice internazionale in Cina, l’indomani di una certamente più proficua missione in Giappone: secondo la leader della Commissione Europea è nell’interesse di tutti un rapporto con maggiori interscambi e minori “ostacoli”. Per questo Von der Leyen ha proposto a Xi di aumentare l’accesso al mercato per le aziende europee sul suolo cinese, limitando in questo modo «l’impatto esterno della sovraccapacità e ridurre i controlli sull’export».
Da qui la “minaccia”, seppur in toni pacati e diplomatici, di azioni ritorsive laddove tale accordo non dovesse essere raggiunto: secondo Von der Leyen, se tali preoccupazioni delle aziende e del mercato UE non dovessero essere affrontate dal regime di Pechino, ecco che cittadini e industrie «ci chiederanno di difendere i nostri interessi». Tradotto, i dazi potrebbero nuovamente ricomparire all’orizzonte, proprio nel momento in cui la trattativa UE-USA sembra essere raggiunta con esito semi-positivo (cioè con tariffe al 15%).
LA REPLICA DI XI JINPING E IL TEMA CHIAVE DELL’UCRAINA
Green, aziende, tecnologia ma anche scambi negoziali e – su spinta UE – la possibilità di una Cina più impegnata nel dialogo con Mosca per provare ad interrompere la guerra Ucraina-Russia: questi gli scambi avvenuti oggi tra Xi Jinping, Von der Leyen e Costa, davanti al Premier Li Qiang e al Ministro degli Esteri Wang. Le delegazioni hanno convenuto di rafforzare la fiducia reciproca, rendendo però necessario un passo in avanti più convinto per recuperare una vera bilateralità nei rapporti, «dobbiamo lavorare assieme per altre 50 anni ancora più brillanti».
Davanti ad un mondo in cambiamento, e con le minacce commerciali che sono ormai all’ordine del giorno, secondo Xi Jinping occorre fare molto di più per mostrare «lungimiranza e responsabilità»: nello specifico, la Cina è conscia che ad oggi le relazioni con l’Europa «siano giunte ad un momento molto critico». Per il leader del regime comunista cinese, il vertice “dimezzato” con la UE mostra ancora diverse differenze e distanze tra le parti, anche se permane il senso di continuare il dialogo a lungo termine con Bruxelles.
Gli squilibri commerciali vengono denunciati da entrambe le parti, con Xi che ripete in più occasioni che anche l’Europa deve aprire maggiormente ad aziende cinesi sul proprio territorio: la replica netta di Von der Leyen è che in realtà si teme una sorta di “invasione” nel mercato UE dei prodotti cinesi a basto costo, dato che solo lo scorso anno il deficit commerciale si sarebbe aggirato sui 306 miliardi di euro in soli 12 mesi (a favore della Cina).
Pechino non ci sta e replica durante il vertice di stamane spigando come l’UNione Europea debba al più presto togliere tutti i dazi sulle auto elettriche, oltre ad aumentare le esportazioni cinesi, «basta strumenti commerciali ed economici restrittivi». Inoltre, «le sfide dell’UE non dipendono dalle scelte fatte dalla Cina»: diplomazia sì, ma la tensione permane.
Al termine del vertice il Presidente del Consiglio UE Costa ha rivolto una particolare richiesta a Xi e alla sua delegazione: la Cina dovrebbe provare ad ampliare le relazioni con Putin per convincerlo sulla fine della guerra in Ucraina, spingendo la Russia, «tramite la vostra influenza di membro del Consiglio di Sicurezza ONU, affinché Mosca rispetti la Carta delle Nazioni Unite e ponga fine alla sua guerra».