Ursula von der Leyen ha riflettuto sui fascicoli europei tra il tema della difesa, i rapporti con gli Stati Uniti, il green deal e il monito di Draghi
In una lunga intervista rilasciata alla Leading European Newspaper Alliance (una neonata associazione di quotidiani europei che include anche Repubblica) la presidente della Commissione UE Ursula von der Leyen ha riflettuto sui principali temi del dibattito politico e sociale attualmente in corso in ogni angolo d’Europa, tra il tema della difesa, il green deal e i rapporti con gli USA e le altre potenze mondiali.
Partendo dal fascicolo della difesa, Ursula von der Leyen ci ha tenuto a chiarire da subito che all’orizzonte non vede alcun concreto pericolo che scoppi una Terza guerra mondiale, pur sostenendo che i tempi siano “molto pericolosi” e ci richiedono di “rafforzare le nostre capacità di difesa con (..) determinazione”, al fine ultimo di tutelare “la democrazia, la prosperità e la pace”: per farlo, diventa – secondo von der Leyen – sempre più importante dimostrare al mondo interno che “l’Europa intende difendersi ed è in grado di farlo” e grazie alle ultime iniziative ritiene che “siamo sulla buona strada”.
Von der Leyen, peraltro, ci tiene anche a chiarire una volta per tutte che il tema della difesa resterà – al di là di chi chiede un esercito UE – sempre e comunque in mano “agli Stati membri”, ma questo non prescinde dalla necessità di “essere più autosufficiente e indipendenti”, specialmente a fronte delle frequenti minacce da parte degli USA di abbandonare le clausole di difesa reciproca in caso di conflitto; ricordando – peraltro – che “30 dei 32 paesi della NATO sono europei” e se riuscisse a “rafforzare il pilastro europeo” ne gioverebbero tutti.
I rapporti tra USA e UE, von der Leyen: “Sui dazi e sugli accordi abbiamo preferito tutelare le imprese europee”
E visto che sono stati citati, Ursula von der Leyen ci tiene anche ad affrontare il tema dei rapporti con gli USA partendo dal negare la volontà di Bruxelles di imporre – esattamente come richiesto da Trump – dazi a India e Cina, nell’idea che “man mano che [l’India] assume un ruolo sempre più importante nell’indo-pacifico, una stretta collaborazione” con i paesi europei “è più essenziale che mai”; oltre a garantire – sottolinea von der Leyen – un reale vantaggio innanzitutto alle “imprese europee”.
Sul tema dei dazi, von der Leyen vuole mettere a tacere anche le tante critiche sorte dopo gli accordi stipulati con Trump che hanno portato all’imposizione – da parte dello statunitense – di tariffe del 15 per cento: in quel contesto, von der Leyen – infatti – ha ritenuto più importante tutelare “le imprese e i posti di lavoro” invece che innescare una “guerra commerciale” della quale non avrebbe giovato nessuno con “il nostro partner commerciale più importante”.

Nella stessa direzione è andato l’accordo per investire 600 miliardi di dollari negli USA e per comprare 750 miliardi di dollari di energia statunitense: se da un lato von del Leyen, infatti, ha ricordato che “non rappresentano impegni vincolati“; dall’altro ha anche definito l’acquisto di energia “un elemento essenziale della nostra (..) strategia di diversificazione” delle fonti di approvvigionamento, scegliendo “un partner affidabile” che possa sopperire alle attuali mancanze della produzione interna.
Ursula von der Leyen: “Il green deal terrà conto anche delle esigenze delle aziende coinvolte”
Passando, poi, al tema del green deal, von der Leyen ha confermato la volontà della Commissione di mettere in campo un “riesame delle norme in materia Co2” includendo anche valutazioni sulla “neutralità tecnologica”: in tal senso è andato il recente incontro con i rappresentanti del settore automotive, con l’obbiettivo ultimo di raggiungere i target “garantendo prevedibilità” a tutte le imprese che saranno coinvolte dal green deal.
Infine, nella sua lunga intervista von der Leyen ha anche affrontato il tema del recente intervento da parte di Mario Draghi incentrato – ancora una volta – sulla competitività europea: l’ex banchiere secondo von der Leyen ha innegabilmente ragione nelle sue osservazioni, ma d’altra parte ricorda anche che l’attuale Commissione “è in carica da nove mesi” e ha già messo in campo numerose iniziative che hanno messo al centro dell’agenda europea “la competitività”.
