Il timore di un "prelievo forzoso" dai conti corrente in futuro è possibile? Von der Leyen, i risparmi privati e lo stop sugli eurobond: cosa succede
DAI “RISPARMI PRIVATI” AL PIANO DI RIARMO: C’È UN PERICOLO DI PRELIEVO FORZOSO IN EUROPA?
Qualcosa rischia di non quadrare da qui ai prossimi anni in Europa, se non vengono presi provvedimenti “correttivi” sui rischi in arrivo con i nuovi piani lanciati dalla Commissione Europea: il piano di riarmo da quasi mille miliardi di euro, presentato dalla Presidente Ue Ursula Von der Leyen, sta agitando gli animi nei 27 Paesi con una divisione netta manifestata già nell’Ecofin di lunedì. Se a questo si aggiunge un potenziale rischio di “prelievo forzoso nei conti corrente” all’orizzonte, davanti al nuovo piano di Unione di risparmi e investimenti, il quadro di incertezza e timore per il prossimo futuro europeo è bello che servito.
Alla vigilia dell’intervento in Plenaria del Parlamento UE (tenutosi oggi, con al centro il ReArm Europe), la Presidente Von der Leyen si era riunita con il Presidente del Consiglio Europeo Antonio Costa e la n.1 della BCE Christine Lagarde, assieme al presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe: al centro del vertice per preparare il prossimo Eurosummit a marzo è la nascita del progetto di Unione del Risparmio e degli Investimenti, dove le anticipazioni fornite dalla leader di Bruxelles preannunciano possibili “timori” per un futuro, per ora improbabile, prelievo forzoso.
«L’Europa ha tutto ciò che le serve per prendere il comando nella corsa alla competitività»: sulla scia del report Draghi, Von der Leyen va ben oltre e annunciando la prossima presentazione della nuova “Unione” come una concreta possibilità di trasformare i «risparmi privati in investimenti necessari». Per la Commissione UE i partner dei vari Paesi saranno invitati a far decollare il progetto sugli investimenti, ma è proprio quel passaggio sui risparmi privati da “trasformare” che qualche brivido sulla schiena potrebbe farlo sorgere, e non solo in Italia (dove il risparmio privato è tra i più alti d’Europa).
LA POSIZIONE DI BERLINO E LA “MINACCIA” DI TRUMP CONTRO L’UNANIMITÀ EUROPEA
Se a tutto questo si aggiunge l’ostinata contrarietà della Germania – anche con il nuovo corso del cancelliere in pectore Friedrich Merz – ad imbracciare la strada degli eurobond per finanziare il maxi piano sul riarmo, ecco che il timore di un futuro non lontanissimo di prelievo forzoso o comunque particolare “tassazione” sul risparmio privato non è del tutto da escludere. L’attuale Ministro delle Finanze tedesco, in attesa che la Grosse Koalition lo sostituisca dopo la nascita del nuovo Governo, dice senza remore dopo l’Ecofin che non si possono finanziare nuovi eurobond per la difesa, semmai occorre intervenire con «progetti comuni con il bilancio UE».
L’ipotesi formulata dal Ministro dell’Economia italiano Giorgetti di un fondo di garanzia europeo che possa sbloccare investimenti di aziende private nel settore della difesa, così da evitare spese “pazze” di finanza pubblica ed eventuali ritorsioni sui risparmi privati, viene appoggiato da diversi Paesi UE ma serve tempo per arrivare ad una effettiva unanimità interna all’Eurogruppo. Unanimità che per uno dei “padri fondatori” dell’Unione Europea dovrebbe essere superata in casi eccezionali (come questi) in cambio di “maggioranze qualificate”.
È questo il senso dell’intervento di Romano Prodi, ex Presidente della Commissione Europea e protagonista di un pieno sostegno al piano di riarmo, con però soluzioni drastiche per superare «l’unanimità antidemocratica». Serve superare gli ostacoli «come abbiamo fatto con l’Euro», ovvero tramite maggioranze relative, cambiando di fatto le regole ancora una volta in “corsa”. I timori insomma di un piano “elitario” per superare le idee contrarie non è affatto un buon auspicio per la nuova legislatura Von der Leyen che si affaccia da qui ai prossimi 4 anni…