Come è andato il vertice di Londra tra Merz, Macron, Starmer e Zelensky: stallo sui negoziati, "azzardo" dalla Francia su Trump. Cosa succede ora

UNITÀ CON L’EUROPA, DIFFICOLTÀ CON GLI USA: COSA HA DETTO ZELENSKY SULLE TRATTATIVE DI PACE IN UCRAINA

Nessuna pressione sugli Stati Uniti per modificare ulteriormente le condizioni dell’accordo di pace tra Ucraina e Russia, ma neanche nessun tentativo di convincere Zelensky ad accettare i punti più delicati dell’attuale piano Trump sul destino della guerra ad est dell’Europa: si è chiuso a Londra il vertice tra il Presidente ucraino e il circolo ristretto dei Volenterosi UE, ovvero i leader di Francia, Germania (Macron e Merz) assieme al padrone di casa a Londra, il Premier UK Starmer.



Se alla vigilia si pensava ad un estremo tentativo europeo di condurre Zelensky verso più miti consigli nell’accettare il piano di pace proposto dagli Stati Uniti, l’esito – quantomeno nelle dichiarazioni pubbliche a Downing Street – è decisamente più timido nei confronti di Kiev e degli Stati Uniti, ribadendo invece la necessità di recuperare una piena convergenza tra europei e americani nel chiudere un favorevole accordo di pace con la Russia. Dopo le parole molto nette di Trump sul Presidente ucraino (qui il nostro focus, ndr), il vertice a Londra ha visto Zelensky annunciare quanto per il momento «non vi è nessuno accordo sul Donbass» e gli altri punti delicati del piano di pace.



Volodymyr Zelensky, Presidente Ucraina al vertice coi volenterosi UE a Londra (ANSA-EPA 2025)

«Esistono visioni di Stati Uniti, Russia e Ucraina. E non abbiamo una visione unitaria sul Donbass», ha spiegato il leader di Kiev in conferenza stampa da Londra, citando anche le garanzie di sicurezza sul futuro dell’ucraina e il controllo delle regioni orientali tra i punti non risolti dei negoziati finora avvenuti tra le varie delegazioni.

Dopo gli incontri di Bruxelles e Londra – e dopo la visita ufficiale domani a Roma per incontrare la Premier Giorgia Meloni – Zelensky si dice pronto a volare negli Stati Uniti per dialogare con Donald Trump. Quello che per Kiev resta fondamentale è trovare un percorso di pace che tenta uniti «Ucraina, Europa e America» ammettendo come lo Stato ucraino ad oggi non può gestire alcuni dossier senza americani, e neanche senza europei.



MACRON PROVA AD ALZARE (ANCORA) LA POSTA IN GIOCO: L’AZZARDO EUROPEO DAVANTI AI NEGOZIATI

Molto difficile ma con progressi, questo il commento dato dal Premier inglese Starmer al termine del vertice con Zelensky e il cerchio ristretto di Volenterosi UE: il destino dell’Ucraina è lo stesso di quello europeo, ha calcato la mano il cancelliere tedesco Merz, mentre il più “spericolato” nelle dichiarazioni resta sempre il n.1 francese Emmanuel Macron, che infatti spiega come vi sia dello scetticismo circa alcune parti dell’accordo di pace proposto da Trump, aggiungendo con deciso riferimento a Washington «abbiamo ancora molte carte».

Il grado di tensione rimane sottile ma tutt’altro che cancellato tra UE e Stati Uniti, seppur nei negoziati sia ancora la delegazione di Trump a guidare la partita in quanto unica in grado di dialogare con il Cremlino: «ad oggi il grande problema è trovare una convergenza con gli USA», specie dopo le polemiche per la posizione sollevata da Washington rispetto al futuro della civiltà europea, e dopo che Mosca in primis ha sposato tale linea scettica contro l’attuale Unione Europea. La priorità ora, ha concluso Macron da Londra, è che si trovi questa convergenza in modo da finalizzare quanto prima i negoziati di pace e rispondere con fermezza all’invasione russa iniziata nel febbraio 2022.

Vertice dei volenterosi UE con Trump alla Casa Bianca (ANSA 2025, Filippo Attili per P. Chigi)

Quello di Macron appare ancora come un “azzardo” nel forzare la mano davanti ad una leadership europea che non gli compete, provocando probabilmente ulteriori attriti con la Casa Bianca, e rischiando di porre la posizione di Zelensky in America come ulteriormente subalterna: di contro, Parigi prova a guidare i Volenterosi nell’intento di collocarsi al tavolo dei negoziati, con altre «carte» geopolitiche che finora sono rimaste piuttosto nascoste nello scenario intricato internazionale.

Dall’Eliseo viene però infine inviato un messaggio con mano tesa a Washington, dato che viene sottolineato come nei prossimi delicati giorni verranno proposti scambi tra UE, USA e Ucraina «per rafforzare la convergenza sempre più necessaria» tra gli alleati in campo da quasi 4 anni nella infinita guerra cominciata dalla Russia di Vladimir Putin.