Ucraina, retromarcia Zelensky dopo proteste in Ucraina su legge anticorruzione, ma per l'Occidente sta diventando un problema. Cosa succede

Dopo le proteste che hanno aperto la prima crisi politica interna dall’inizio della guerra, Volodymyr Zelensky ha deciso di fermare la controversa riforma degli organi anticorruzione. Il presidente dell’Ucraina voleva porli sotto il controllo dell’esecutivo, ma, alla luce delle proteste scoppiate nel Paese, ha deciso di modificare il disegno di legge per garantire l’indipendenza delle agenzie.



Peraltro, ha fatto sapere di essersi confrontato con il premier britannico Keir Starmer, il quale gli ha “suggerito di coinvolgere esperti che potrebbero contribuire a una cooperazione a lungo termine sulle iniziative anticorruzione”.

Oltre ad aver scatenato le più grandi manifestazioni antigovernative in Ucraina dall’invasione russa, l’iniziativa è stata condannata dall’UE e dai membri del G7, ma non sono mancate accuse di una presa di potere autoritaria. Stando a quanto riportato dal Financial Times, non è chiaro fino a che punto il nuovo disegno di legge possa ripristinare la piena indipendenza dell’Ufficio nazionale anticorruzione (NABU) e della Procura specializzata anticorruzione (SAPO), ma di sicuro è esplosa una forte frustrazione nei confronti di Zelensky.



Volodymyr Zelensky (Foto: ANSA)

Infatti, al secondo giorno di proteste hanno partecipato a Kiev circa 10.000 manifestanti, più del triplo rispetto al giorno precedente, mentre altre migliaia di persone hanno manifestato in altre città, tra cui Charkiv, Odessa e Lviv. Le critiche a Zelensky sono state aspre e hanno segnato un cambiamento senza precedenti nel discorso sulla guerra in Ucraina: il consenso del leader ucraino si sta sgretolando.

“ZELENSKY DEVE FARSI DA PARTE”

Anzi, c’è chi pensa che sia arrivato il momento per Zelensky di farsi da parte. Lo storico e giornalista britannico Owen Matthews, ad esempio, sulle colonne del Telegraph ha scritto che il presidente ucraino non fa più parte della soluzione, ma è parte del problema.



Volodymyr Zelensky una volta era il salvatore dell’Ucraina”, ha esordito nel suo editoriale, in cui gli ha riconosciuto i meriti di aver unito gli ucraini “in un’eroica resistenza che ha sorpreso il mondo”. Ma quei tempi sono ormai passati.

Nell’ultimo anno Zelensky ha usato i poteri di emergenza del tempo di guerra per esiliare, indagare e incarcerare molti importanti oppositori e critici politici. I media dell’opposizione sono stati chiusi e migliaia di aziende sono state sequestrate dai compari di Zelensky con il pretesto di presunti legami con la Russia. Diversi membri del gabinetto sono stati licenziati – ma non perseguiti – per corruzione massiccia”.

E poi c’è il caso della legge, definito da Matthewsun errore enorme”, peraltro in una fase in cui il presidente americano Donald Trump si mostrava più favorevole all’Ucraina. Con il mandato formalmente scaduto nel maggio dell’anno scorso, Zelensky è in carica con poteri di emergenza, ma ora crescono le richieste di un governo di unità nazionale e di nuove elezioni.

Un nuovo presidente ucraino segnerebbe un momento di reset, soprattutto se fosse pronto a proteggere i diritti dei russofoni in Ucraina, una richiesta chiave del Cremlino e, ironia della sorte, anche dell’UE”, segnala il giornalista, secondo cui Zelensky è stato fondamentale per salvare l’Ucraina dalla distruzione, ma “ora c’è il rischio che imiti i suoi corrotti predecessori e dovrebbe farsi da parte, per il bene dell’Ucraina”.