CATTIVISSIMO ME/ La favola un po cinica ma geniale sul cambiamento di un uomo

- Matteo Contin

Il cattivo Gru vuole fare il colpo della vita: rubare la luna. Ma ha bisogno di tre orfanelle, che lo mettono di fronte ai suoi bisogni. MATTEO CONTIN recensisce lultimo film firmato Universal

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Il cinema d’animazione negli ultimi cinque anni ha vissuto del duopolio formato dalla Pixar e dalla Dreamworks, realtà antistanti che si contrappongono l’una con colpi di geniale autorialità, l’altra con inutili e stupidi sequel di inutili e stupidi film. A parte qualche rara eccezione (la Sony con la trilogia decaduta de “L’era glaciale”) sembrava che questo duopolio non potesse venire attaccato da nessuno.

Eppure lo scorso anno la Sony sforna quel piccolo capolavoro di intelligenza ed ironia che è “Piovono polpette”, mentre quest’anno la Universal fa il suo ingresso nel cinema d’animazione con “Cattivissimo me”, divertente favola che mischia con abilità un cinismo all’acqua di rose (ma funzionale e spesso divertente) e la descrizione tenera del cambiamento di un uomo.

Gru di lavoro fa il cattivo. Ha rubato un Jumbotron, la Statua della Libertà (quella piccola di Las Vegas) e scoppia i palloncini ai bambini. Un giorno però Vector, il rivale di Gru, riesce a rubare una piramide. Gru, roso dall’invidia, inizierà a pensare al furto più stupefacente a cui l’umanità potrà assistere: il furto della Luna. Ma per farlo Gru ha bisogno dell’aiuto di tre orfanelle, che metteranno alla prova la durezza del suo cuore.

Diretto dalla coppia formata da Pierre Coffin e Chris Renaud (quest’ultimo nominato agli Oscar per il cortometraggio “No time for nuts” e già nel team di animatori di “Ortone e il mondo dei Chi” e “L’era glaciale 3 L’alba dei dinosauri”), “Cattivissimo me” è la storia tenera e simpatica di un villain impacciato costretto ad essere cattivo sin da piccolo per colpa di una madre che riversa sul figlio i suoi sogni e i suoi desideri.
 

Così il timido Gru (un mix azzeccato tra lo zio Fester e il Pinguino di Batman) si ritrova a fare il cattivo mentre sotto sotto nasconde un animo nobile, che affiora in prima battuta con il rapporto che intrattiene con i Minions (i suoi tirapiedi) e, in seconda battuta, con le tre orfanelle che riusciranno a far prendere coscienza a Gru dei suoi reali bisogni. È questo che racconta, sotto forma di favola comica e spensierata, "Cattivissimo me": la storia di un uomo che trova la sua identità e scopre finalmente ciò che davvero vuole essere nella vita e cosa, da essa, vuole avere.

Pur senza avvicinarsi ai capolavori della Pixar o all’originalità di "Piovono polpette", il film prodotto da Chris Meledandri (già produttore della saga dell’Era glaciale) convince grazie ad un umorismo funzionale (mi sa che i Minion ce li ritroveremo presto ovunque, un pò come i pinguini di "Madagascar") e ad una sceneggiatura capace di concentrarsi sull’evoluzione del personaggio principale senza disperdere inutilmente le forze sui personaggi secondari.

Piccola nota sulla versione italiana: per quanto il doppiaggio di Gru ad opera di Max Giusti (il comico da qualche anno alla guida del quiz "Affari tuoi") non sia totalmente disprezzabile, si consiglia la visione del film in lingua originale. Il doppiaggio originale dona al film una dimensione ancora più divertente ed interessante grazie alle pttime performance di Steve Carrel (Gru), Jason Segel (Vector), Russel Brand (Dr. Nefario) e Julie Andrews (la mamma di Gru).
 







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