ANGELI DEL FANGO/ Se la gratuità di Paola e dei suoi alunni incontra anche Napolitano

- La Redazione

Sono ancora vive le immagini dell'alluvione a Genova e dei tanti che hanno spalato il fango. Questa esperienza di gratuità è arrivata fino a Giorgio Napolitano nei volti di cinque persone

Napolitano2_R375 Giorgio Napolitano

Lunedì 21, Quirinale, Cerimonia per la consegna della Medaglia d’oro al valore civile a Sandro Usai. Il Presidente Napolitano decide di chiamare i ragazzi che sarebbero intervenuti alla Giornata dell’albero, fino a due giorni prima sospesa per i gravi fatti legati ai paesi e alle città alluvionati, per dedicarla alle vittime di Liguria e Toscana, la festa si trasforma in una giornata della Memoria.Siamo cinque genovesi (un insegnante di Liceo con due alunni e due studenti universitari), convocati dal Ministero dell’Istruzione, perché qualcuno ha letto la lettera di Paola e l’intervista di Simone pubblicati su IlSussidiario.net e ci ha chiesto di rappresentare gli “angeli del fango” perché il Presidente vuole ringraziarci. “Non siamo angeli” dice Marta ai microfoni di Rai3, “ma ragazzi che guardando le immagini di ciò che stava accadendo ci siamo mossi per aiutare chi aveva bisogno, perché faceva male vedere la nostra città ferita da acqua e fango e per poter affermare che c’è una speranza per tutti”.
La cerimonia inizia, Alessio e Giovanna, responsabili del Ministero la sera prima ci hanno accolti come fossimo amici da tempo; si susseguono momenti di grande commozione: la consegna della medaglia alla Signora Usai, il racconto di Noemi, una delle bimbe della Scuola Media di Monterosso devastata dal fango e ancora chiusa; il premio di centomila euro che le scuole vincitrici del concorso del Green Cross hanno voluto consegnare alla Preside della Scuola Media di Monterosso per poter iniziare la ricostruzione. Questi momenti sono intercalati dagli interventi del Presidente Napolitano in risposta alle domande dei ragazzi presenti: la speranza del nostro paese nasce dalla scuola perché è a scuola che si educano i bambini e poi i ragazzi. E ai ragazzi più grandi dice: “Da soli non si fa nulla. Organizzatevi – se mi permettete – non soltanto per protestare contro quello che non va nella scuola, contro quello che non va nell’Università, a mano a mano che ci arrivate. Organizzatevi per fare delle proposte, per sollecitare delle scelte, per indicare delle necessità che sono vitali per lo sviluppo del paese”. 
E l’invito diventa per noi quando, al termine del cerimoniale, lo raggiungiamo per regalargli la maglietta “Non c’è fango che tenga”. Ricordandogli le parole di conclusione del suo intervento all’ultimo Meeting di Rimini “Portate, nel tempo dell’incertezza, il vostro anelito di certezza”. 

Paola presenta i ragazzi dicendo che questa certezza è diventata nei loro volti la speranza per tanti, la sua risposta “Certo!” perché se non fosse per questa speranza il nostro paese non potrebbe farcela e poi  invita i ragazzi, ringraziandoli di cuore a nome di tutto il Paese, a continuare su questa strada perché “se non siete voi giovani a sperare non so dove potremmo poggiare…”.
La nostra giornata si conclude con l’incontro con il Ministro dell’Istruzione che promette, ricordando di avere anche lui  spalato fango nel 1970 a Genova, di essere presto a Genova per incontrare universitari e studenti al più presto. L’incontro con il Presidente Napolitano è stato un onore e siamo ancora un po’ “increduli” perché è accaduto tutto in un modo straordinario, ma torniamo a casa con il desiderio che la mossa del nostro cuore di fronte alla dolorosa realtà dell’alluvione, possa essere lo sguardo di bene su tutta la nostra vita.

Giulia, Luca, Marta, Paola e Simone





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