SANTO DEL GIORNO/ Il 30 aprile si celebra San Giuseppe Benedetto Cottolengo

- La Redazione

Quest'oggi, mercoledì 30 aprile, la Chiesa cattolica celebra la memoria di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, sacerdote fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza

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Nel giorno del 30 aprile di ogni anno la Santa Romana Chiesa cattolica ricorda e festeggia San Giuseppe Benedetto Cottolengo, sacerdote di origini italo-francesi (il nonno paterno si era trasferito dalla vicina provincia della Provenza) vissuto nel corso dell’Ottocento e che per la propria devozione e spirito di sacrificio verso il prossimo è entrato nella ristretta cerchia dei Santi. Giuseppe Benedetto Agostino Cottolengo è nato il 3 maggio 1786 a Bra, comune piemontesi che in questo momento annovera oltre 30 mila abitanti ubicato nell’attuale provincia di Cuneo, in una famiglia molto numerosa e molto attenta a quella che sono i dettami di vita della chiesa cattolica. La famiglia di Giuseppe era composta da ben dodici figli di cui lui era il primo genito, il che gli conferì una certa responsabilità e abilità nell’avere a che fare con persone che avessero bisogno di una guida. La sua famiglia era abbastanza benestante in quanto avevano una certa tradizione tramandata da alcune generazione nell’essere abili mercanti nel campo delle stoffe. Non a casa lo stesso Giuseppe Benedetto in ragione del fatto di essersi formato in una famiglia di mercanti, si dimostrerà essere piuttosto abile nella gestione economica delle opere da lui intraprese. Da segnalare come uno dei suoi fratelli, Agostino, diventerà uno dei pittori più apprezzati dell’Ottocento, eseguendo diverse opere che finiranno nelle principali Chiese della provincia di Cuneo e di tutto il Piemonte. Tuttavia, questa profondissima devozione verso la Chiesa Cattolica e quindi nel Cristianesimo, gli venne stimolata anche dalla madre, che era molto devota e di conseguenza molto attenta che i propri figli potessero avere un’opportuna educazione. Giuseppe Benedetto ebbe un’adolescenza piuttosto travagliata per via dei fatti politici che si manifesteranno in quel periodo soprattutto in Francia con la Rivoluzione Francese e con la comparsa nel panorama europeo di una figura di grande spessore come Napoleone Bonaparte che con il proprio esercito attaccò il Piemonte a più riprese fino a conquistarlo. Questo obbligò Giuseppe Benedetto ad effettuare un’ampia fetta dei propri studi in teologia praticamente in clandestinità e per la precisione sia a Bra che in seguito nella vicina città di Asti della cui diocesi entrerà a far parte in seguito. Nel mese di giugno 1811 ebbe fine il suo percorso formativo con la conseguente ordinazione a sacerdote presso la cappella del seminario presente nella città di Torino. Il suo primo incarico ufficiale avvenne un paio di anni più tardi quando venne nominato vice parroco della cittadina di Corneliano d’Alba. Per effetto della disfatta militare di Napoleone, ebbe la possibilità di tornare nelle proprie terre e di riprendere gli studi in teologia che non aveva potuto approfondire e ultimare in maniera ottimale. Nel 1816 ottenne a pieni voti e con lode la laurea in tale materia. Nonostante ebbe la possibilità di dare sfogo alla propria vocazione, negli anni successivi maturò in lui una certa insoddisfazione soprattutto da un punto di vista spirituale che lo portò a maturare l’idea di dover dare un contributo maggiore soprattutto nei confronti di quanti fossero affette da malattie terreni particolari.

Il tutto avvenne a seguito di un episodio accaduto nel corso del 1827 a Torino quando avvertì un forte senso di impotenza nel vedere morire una giovane donna al sesto mese di gravidanza che venne in pratica rifiutata da diversi ospedali presenti sul territorio cittadino per paura che il suo caso potesse dar vita ad una vera e propria epidemia tra la popolazione della malattia di cui era affetta: tubercolosi. Nel giro di un anno riuscì con l’aiuto di alcune donne volenterose di dare il proprio aiuto alle persone malate rifiutate dai convenzionali ospedali cittadini, Giuseppe Benedetto Cottolengo fondò a Torino il Deposito dei poveri infermi del Corpus Domini. Tuttavia la gestione dell’opera non fu semplicissima in quanto il Governo del Regno della Sardegna, per paura di una epidemia del colera, ordinò che il Deposito venisse chiuso dopo soli tre anni dalla sua apertura. Questo però non scoraggio Giuseppe Benedetto e i tanti volontari che lo seguivano in questa importante opera a supporto dei malati, tant’è che nel 1832 con l’aiuto del dottor Lorenzo Granetti fondò a Borgo Dora la Piccola Casa della Divina Provvidenza che ancora oggi è attiva e che spesso viene chiamata il Cottolengo in onore dello stesso Giuseppe Benedetto. Quest’ultimo si spense il 30 aprile 1842 per essersi ammalato di tifo. Il processo di canonizzazione lo ha visto essere prima dichiarato beato nel 1917 da Papa Benedetto XV e quindi proclamato santo nel 1934 da Papa Pio XI.





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