Lev Tolstoj / Lo scrittore russo e l’omaggio di Google: la sua attività letteraria (oggi, 186 anniversario della nascita)

- La Redazione

Lev Tolstoj, uno dei più grandi scrittori russi, ha messo in crisi il pensiero occidentale nel suo rapporto con la Chiesa e la filosofia. Oggi, 9 settembre, è il 186 della sua nascita

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Oggi, martedì 9 settembre, Google celebra il 186 anni dalla nascita dello scrittore Lev Tolstoj, ricordato con uno dei marchi di fabbrica di Big G: un doodle animato che omaggia le tre opere più famose del russo, ovvero Guerra e Pace (1863-1869), Anna Karenina (1873-1877)e La morte di Ivan Il’ic (1886). Ma la produzione di Tolstoj non si ferma certo qui e anzi si registrano diverse altre opere, di natura anche filosofica e educativa; tra queste ricordiamo dunque I Cosacchi, I quattro libri di lettura, La Confessione, Della Vita, Sonata a Kreutzer, Il regno di Dio è in voi, Che cos’è l’arte?, Resurrezione, Denaro Falso, I Diari, Il Diavolo e le memorie di un pazzo: questi ultimi quattro libri sono tutti postumi. Ma non è tutto. Lo scrittore russo si dedicò soprattutto ai più umili, i contadini delle sue terre, ai quali Tolstoj giunse a proporre la cessione dell’intera sua proprietà, che essi rifiutarono per diffidenza. Fu verso loro che si adoperò, nel rifugio di Jasnaja Poljana, fondando scuole, una rivista pedagogica, scrivendo anche numerosi articoli sul problema dell’educazione delle classi povere e partecipò lui stesso alla vita dei campi, lavorando faticosamente insieme ai suoi uomini.

Anche lo scrittore russo Aleksandr Ivanovic subì l’influsso artistico e ideologico di Tolstoj. Famoso per il suo impegno sociale, Tolstoj non limitò infatti la sua attività alla narrativa: ma ebbe sempre chiarissimo il concetto dell’attività letteraria come strumento di meditazione e di approfondimento dei grandi “perché” della vita e delle inquietudini più profonde del suo tempo: ad iniziare dal problema della guerra, da lui sperimentata duramente di persona, fino ai problemi più specifici della società russa. Aleksandr Ivanovic scrisse, tra gli altri, il romanzo Gardeniny, ich dvornja, priveržency i vragi (“I Gardenin, la loro servitù, i loro seguaci e i loro nemici”, 1889), dove ha saputo descrive la vita in una tenuta russa in un quadro ampio e poetico.

La vita e l’amore furono argomenti che Lev Tolsoj, nel corso della sua vita e produzione letteraria e filosofica, approfondì notevolmente. Ecco dunque, vista la ricorrenza odierna – il 186esimo anniversario del grande scrittore russo –, qualche suo aforisma: “La vita è stata data agli uomini per la loro felicità, loro devono solo viverla al modo giusto. Se la gente si amasse, invece di odiarsi a vicenda, la vita sarebbe una continua felicità per tutti. […] C’è un solo modo per far sì che la vita divenga più felice ed è che le singole persone divengano più buone”. E ancora. “La vostra salvezza, la salvezza di tutti non risiede in una qualsiasi organizzazione malvagia e violenta della società, ma nel perfezionamento della propria anima. Solo attraverso questo perfezionamento ciascun uomo otterrà la massima felicità per sé e per chi lo circonda e il miglior regime sociale possibile”. Infine: “L’amore produce il bene, perché l’uomo, amando, si unisce a Dio e quindi non desidera più nulla per sé, ma desidera dare agli altri ciò che ha, persino la sua vita e in questo dono di se stesso trova la felicità. […] Amare vuol dire offrire se stessi a Dio, fare la Sua volontà; ma Dio è amore, Egli vuole il bene di tutti”.

Cinque sezioni incentrate sulla figura dello scrittore russo Tolstoj: testi, immagini, documenti e video. Una mostra, che è stata curata di recente da Russia Cristiana al Meeting di Rimini 2014 che si è concluso il 30 agosto scorso. Un’esposizione che ha parlato della personalità di Tolstoj, “cercando di svilupparne le posizioni e le ragioni”, si legge sul sito ufficiale. In special modo ci si è soffermati “sul grido di un uomo che cerca una risposta alla sua domanda esistenziale, ma non riesce a trovarla nelle strutture ecclesiastiche del tempo, preoccupate di difendere una tradizione e delle norme di comportamento morale”. La mostra ha dunque voluto far notare come, proprio dal confronto leale con una posizione scomoda e talvolta ingiusta, “la Chiesa maturi una nuova autocoscienza. Infatti, confrontandosi con gli interrogativi di Tolstoj ne nascono, in seno alla Chiesa russa, dapprima l’intuizione di Solov’ev e in seguito di un’intera generazione di martiri e confessori della fede. Un tema più che mai attuale, infatti il conflittuale rapporto tra Tolstoj e la Chiesa del suo tempo pone forti interrogativi alla coscienza cristiana di oggi”.

«Tolstoj è stato uno dei miei insegnanti per molti anni», scrive Gandhi nel 1910. In una lettera scritta nello stesso anno dice di Tolstoj: «Ciò che ha predicato, come del resto tutti i maestri del mondo, è che ogni uomo deve obbedire alla voce della propria coscienza, deve essere maestro di se stesso e cercare il Regno di Dio dentro di sé. Secondo lui non esiste governo in grado di controllarlo senza la sua approvazione. Tale uomo è superiore ad ogni governo». Gandhi ha 31 anni quando legge gli scritti di Tolstoj su droghe, alcol, tabacco. Nel 1894 legge “Il Regno di Dio è dentro di voi” e dice “Mi entusiasmò […] Mi fece una impressione incancellabile”. Tra il 1894 e il 1896 legge tra gli altri libri dell’autore “Breve esposizione del Vangelo”. Gandhi forse non lesse mai i grandi romanzi, come “Guerra e pace”, Anna Karenina”, ma è certo che lesse con emozione “La morte di Ivan Il’i, Resurrezione, La sonata a kreutzer. Pubblica i racconti popolari di Tolstoj nel 1905 su Indian Opinion. Da qui nello stesso anno riassume l’insegnamento di Tolstoj e lo pubblica su Indian Opinion: «In questo mondo l’uomo non dovrebbe accumulare beni.Per quanto male una persona possa arrecarci dovremmo sempre farle del bene. Questo è il comandamento di Dio e anche la sua legge. Nessuno dovrebbe combattere […]. Decisiva per l’influenza che lo scrittore russo esercitò su Gandhi è “La lettere a un indù”. Da qui la lettera di Gandhi a Tolstoj, scritta il 1° ottobre del 1909, dove chiede allo scrittore russo di poter pubblicare “la lettera a un indù”. Tolstoj risponde subito dichiarandosi “commosso” per la lettera ricevuta e autorizza Gandhi alla pubblicazione.

Continuiamo a rispolverare qualche frase celebre di Lev Tolstoj nella giornata in cui viene festeggiato il 186esimo anniversario della sua nascita. Dopo aver riportato qualche celebre aforisma sulla religione e sulla fede, ecco quelli sulla morte e sul suicidio: “La morte è orribile solo per colui che non crede in Dio, oppure crede in un Dio malvagio, il che è la stessa cosa. Per colui che crede in Dio, nella sua bontà e vive in questa vita secondo la sua legge ed ha sperimentato questa sua bontà, per costui la morte è solo un passaggio”, “In che consiste la vera condizione dell’uomo sulla terra e in che consiste quell’inganno che rende l’uomo infelice? L’inganno consiste nel fatto che gli uomini si dimenticano della morte, dimenticano che essi in questo mondo non vivono, ma passano. Mentre sul suicidio ecco: “Uccidersi è irragionevole […] La vita è indistruttibile, al di là del tempo e dello spazio. La morte non può che cambiarne la forma, mettendo fine alla sua manifestazione in questo mondo. Ma rinunciando alla vita in questo mondo, io non so se la forma che essa prenderà altrove, mi sarà più gradita […]. Il suicidio è irrazionale perché, rinunciando alla vita a causa del disgusto che essa mi provoca, io mostro di avere un concetto errato dello scopo della mia vita, supponendo che serva al mio piacere, mentre essa ha per scopo, da un lato, il mio perfezionamento personale e dall’altro la cooperazione all’opera generale che si compie nel mondo”.

Si celebra oggi, martedì 9 settembre, il 186esimo anniversario della nascita di Lev Tolstoj, scrittore e filosofo russo noto ai più per aver scritto romanzi pilastri della letteratura mondiale come Guerra e Pace e Anna Karenina; ma Tolstoj fu molto di più e oltre ad aver scritto diverse altre opere, fu anche educatore e attivista sociale. In occasione della ricorrenza, andiamo a snocciolare qualche suo aforisma, iniziando con quelli relativi all’essenza della religione: “La vera religione è quel rapporto – conforme alla ragione e alle cognizioni – che l’uomo stabilisce con l’infinito che lo circonda, questo rapporto lega la sua vita a questo infinito e dirige le sue azioni”, “La fede non è la speranza e non è la fiducia, ma è uno stato particolare dello spirito. La fede è la presa di coscienza dell’uomo della sua collocazione nel mondo, la quale lo obbliga a certe azioni. E ancora: “La fede è la stessa cosa che la religione con una sola differenza: con la parola ‘religione’ noi intendiamo il fenomeno osservato dal di fuori, con la parola ‘fede’noi indichiamo lo stesso fenomeno, avvertito dall’uomo all’interno di se stesso. La fede è il rapporto con il mondo infinito, di cui l’uomo è consapevole di essere una parte e da cui deriva una direzione per le sue azioni”.

Lo scrittore Russo Lev Nikolaevic Tolstoj nasce il 9 settembre 1828 nella tenuta Jasnaja Poljana, nel governatorato di Tula, da una famiglia dell’antica nobiltà. La madre muore quando Tolstoj ha appena due anni, poco dopo resta orfano anche di padre. Viene allevato da alcune zie molto religiose ed educato da due precettori. Nel 1844 si iscrive all’università di Kazan prima alla facoltà di filosofia, poi a quella di giurisprudenza. Durante il periodo universitario Tolstoj si avvicina ad alcuni dei più importanti pensatori e scrittori del Settecento e dell’Ottocento: Lesse Jean-Jacques Rousseau, Laurence Sterne, Aleksandr Sergeevic Puškin e Nikolaj Vasil’evic Gogol’. Tolstoj non riuscirà mai a ottenere la laurea, ma inizia fin da subito a scrivere: nel 1851 avviene la prima redazione del racconto “Infanzia”. Tra il 1851 e il 1853 partecipa alla guerra nel Caucaso. Durante la guerra russo-turca viene trasferito in Crimea, a Sebastopoli. L’esperienza della guerra viene raccontato nel ciclo dei tre “Racconti di Sebastopoli”. Al ritorno dalla guerra si impegna per migliorare le condizioni dei contadini di Jasnaja Poljana, ma questi rifiutano le sue proposte. In questo periodo scrive diversi racconti e nel 1863 pubblicaz “I cosacchi”. Il 23 settembre 1862, dopo appena una settimana di fidanzamento, sposa la diciottenne Sof’ja Andrèevna, da cui avrà tredici figli, cinque dei quali morti in tenera età. In sette anni di lavoro, Lev Tolstoj scrive Guerra e Pace, pubblicato per la prima volta tra il 1865 e il 1869. Il romazo racconta la storia dei Bolkonskij e dei Rostov, due famiglie nobiliari coinvolte nella campagna di Napoleone Bonaparte in Russia nel 1812. Segue poi “Anna Karenina”, scritto tra il 1873 e il 1877: si tratta di una critica all’alta società di San Pietroburgo. Tra la fine degli anni Settanta e i primi Ottanta, Lev Tolstoj si avvicina al cristianesimo, questo periodo viene raccontato nella “Confessione”, pubblicata nel 1882. Ma il suo cristianesimo viene ritenuto “anarchico”  e nel febbraio del 1901 il Santo Sinodo annuncia la scomunica di Lev Tolstoj. Nel 1910 Tolstoj, ormai ottantenne, se ne andò di casa, abbandonando la famiglia. Ma il difficile viaggio in treno compromise la sua salute: morì il 7 novembre 1910.

Sono tantissimi i film e gli sceneggiati televisivi tratti dalle immortali opere di Lev Tolstoj. Basti pensare ad Anna Karenina, romanzo del 1877 che ha ispirato almeno cinque pellicole: la prima è addirittura del 1914, un film muto diretto da Vladimir Gardin e in assoluto la prima versione cinematografica russa del capolavoro letterario. La parte della protagonista venne affidata a Mariya Germanova, famosa attrice di teatro ma che non aveva mai recitato in un film, mentre per il ruolo di Karenin venne scelto Vladimir Shaternikov, attore che perse la vita sul fronte tedesco. Nel 1935 arriva poi un’altra versione diretta da Clarence Brown e con la celebre Greta Garbo, già protagonista nel 1927 di una precedente versione del film tratto dal romanzo. Nel 1948 è invece la grande Vivien Leigh, due volte Premio Oscar, a interpretare Anna Karenina nel film diretto da Julien Duvivier, mentre nel 1997 Bernard Rose dirige la prima versione americana del romanzo, con protagonisti Sophie Marceau e Sean Bean. Infine ecco il film più recente del 2012 (di cui vediamo una clip di seguito), diretto da Joe Wright e con Keira Knightley, Matthew MacFadyen, Kelly Macdonald, Aaron Johnson e Jude Law.

Un google doodle animato celebra oggi il 186esimo anniversario della nascita del celebre scrittore russo Lev Tolstoj. Un doodle molto particolare, una piccola sequenza che con disegni molto di effetto segnala le principali opere letterarie dello scrittore, partendo ovviamente dal grande classico Guerra e pace. Tre in particolare i libri segnalati: Guerra e pace appunto, Anna Karenina e La morte di Ivan Il’ic. Per entrare nel motore di ricerca invece non si deve cliccare come sempre sulle animazioni, ma sull’apposita lente di ingrandimento posta in alto a destra, mentre è invece possibile condividere il doodle sui principali social network. Autrore dei bei disegni è Roman Muradov che nonostante il nome di evidente origine russa vive a San Francisco e fa l’illustratore per riviste come The New Yorker, The New York Times, Vogue. A  differenza di ieri dove il google dedicato al poeta Ludovico Ariosto era disponibile solo sul motore di ricerca italiano, quello di oggi è disponibile in tutte le nazioni del mondo.

Lev Tolstoj viene spesso considerato come uno dei più grandi scrittori russi di ogni tempo. Giusto tributo, ma perfino “riduttivo”, se si pensa a quel Lev Tolstoj che va oltre la produzione letteraria. Un uomo che si è confrontato criticamente, in modo intellettualmente anche “violento” con la tradizione sociale e religiosa del suo tempo. Insomma, per capire chi è Lev Tolstoj è necessario seguire il suo percorso personale, molto più che artistico, di cui la produzione letteraria è stato un imponente e luminoso riverbero come visione sociale, religiosa e umana. Una vita anche fortemente drammatica quella di Tolstoj che lo portò a morire «sulla strada» il 20 novembre 1910, in una stazione ferroviaria, dopo una fuga rocambolesca da casa, dopo essere rimasto per due giorni sulla soglia di un monastero senza risolversi ad entrare, e senza che i monaci si risolvessero a fare il primo passo; senza riconciliarsi, dunque (almeno visibilmente), con la Chiesa. Il cristianesimo è stata infatti la più grande ossessione intellettuale e l’amore più incomprensibile della vita di Lev Tolstoj. E questo amore drammatico ha segnato, come accennato, il pensiero di tantissimi intellettuali del suo tempo e posteriori, come appassionato e diviso l’opinione e le coscienze di milioni di suoi concittadini russi. Cos’è la vita? Che senso ha? C’è una responsabilità individuale nel vivere una “buona” vita, che la renda più umana? E cosa la rende umana? Tutte domande fondamentali per Tolstoj che da intellettuale dell’Europa moderna mette in crisi i capisaldi dell’illuminismo e del razionalismo, in ultimo considerati incoerenti in se stessi, ma che – forse per una eccessiva solitudine intellettuale e umana – non lo hanno mai portato a una semplice adesione alla Chiesa, anzi criticata aspramente e fino ad assumere toni blasfemi che gli valsero la scomunica. Eppure il dramma di Tolstoj diventa il simbolo del dramma di un’intera nazione, di un’intera Chiesa. Ma è anche alla radice della sua catarsi. Perché, dal confronto con la sua esperienza e i suoi interrogativi nascono, in seno alla Chiesa russa, dapprima l’intuizione di Solov’ev e in seguito un’intera generazione – ricordiamo fra tutti Pavel Florenskij – di martiri e confessori della fede. Lev Tolstoj è stata quindi una figura talmente significativa nel percorso di fede intellettuale e popolare cristiana che anche nell’ambito della kermesse organizzata da Comunione e Liberazione, il Meeting di Rimini, ha avuto spazio con una mostra dal titolo “Tolstoj, il grido e le risposte”.





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