Elisa Claps/ Potenza ricorda una delle sue “pagine più oscure” 24 anni dopo (Chi l’ha visto?)

- Dario D'Angelo

Elisa Claps: riapre la chiesa degli orrori dove la ragazza, 24 anni fa, venne uccisa da Danilo Restivo. Intanto il fratello Gildo cerca ancora la verità su molti aspetti oscuri.  

federica sciarelli coronavirus Federica Sciarelli

Il caso di Elisa Claps, a distanza di numerosi anni non ha ancora trovato le giuste risposte che la famiglia della giovane, scomparsa il 12 settembre 1993 e poi rinvenuta cadavere solo 17 anni dopo, continua a cercare. In occasione dell’anniversario della scomparsa, qualche settimana fa Potenza è tornata a ricordare la studentessa uccisa. Una circostanza per chiedere soprattutto verità per una vicenda caratterizzata da numerosi lati oscuri e che oggi torna al centro della nuova puntata di Chi l’ha visto. Proprio il ritrovamento del corpo rappresenta ovviamente una delle maggiori ombre. Alla vigilia del triste anniversario, si è rinnovato l’appello di don Marcello Cozzi, presidente di Cestrim Onlus e da sempre vicino alla famiglia Claps, a “fermarci con Elisa a riflettere e a pregare”. In quell’occasione, come aveva ripreso anche Repubblica.it, il prete aveva asserito: “Elisa non possiamo dimenticarla perché ha rappresentato una delle pagine più oscure della nostra città; non dobbiamo dimenticarla perché non c’è stata ancora restituita verità su questa storia. Non vogliamo dimenticarla perché aveva 16 anni, perché è l’amica, è la figlia, è la sorella di ciascuno di noi”. Frasi che erano tornate a toccare tutti coloro che si erano riuniti nella chiesetta di Betlemme, in ricordo di Elisa Claps. (Aggiornamento di Emanuela Longo)

RIAPRE LA CHIESA DEGLI ORRORI?

Il caso di Elisa Claps torna a Chi l’ha visto?. Non ci sono più dubbi, ormai, su chi uccise la studentessa di Potenza il 12 settembre 1993: fu Danilo Restivo, l’amico che provò a corteggiarla e venne respinto da quella ragazza di 16 anni tanto religiosa e piena di vita. Per lunghi 17 anni, però, la famiglia è rimasta nel limbo dell’incertezza: di Elisa, infatti, si erano misteriosamente perse le tracce. Venne ritrovata nel sottotetto della chiesa Santissima Trinità di Potenza il 17 marzo 2010: non se n’era mai andata. Diverse risultanze chiarirono che Elisa nel sottotetto arrivò sulle sue stesse gambe e poi venne uccisa. Da quel giorno, da quando la “chiesa-sarcofago” ha restituito il suo cadavere, sono sempre rimasti i sigilli sul luogo di culto. Adesso, però, non è affatto improbabile che la chiesa degli orrori venga riaperta. Come riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, infatti, la Curia vescovile potentina ha chiesto alla Regione Basilicata i fondi per ristrutturarla: si parla di un preventivo da poco inferiore ai 2 milioni di euro. I lavori potrebbero iniziare entro i prossimi 6 mesi: i permessi ci sono, mancano i soldi. Per completare l’opera e metterla a norma anti-sisma dovrebbero bastare non più di 2 anni. Ma non riusciranno a cancellare il ricordo della Chiesa in cui una ragazza di 16 anni è stata seviziata e uccisa. 

ELISA CLAPS, PARLA IL FRATELLO GILDO

Chi continua a lottare per ottenere la completa verità sull’uccisione di Elisa è il fratello, Gildo Claps. L’uomo lotta da tempo affinché venga fatta luce sui punti più oscuri di una vicenda intrisa dal mistero. E alla notizia della volontà di riaprire la chiesa non può non scaturire un sentimento di rabbia per le risultanze evidenziate dalle indagini effettuate proprio nella chiesa Santissima Trinità di Potenza: qualcuno aveva addirittura aperto una botola di aerazione per disperdere i miasmi tipici della composizione, un prete e due donne delle pulizie il corpo lo avevano visto prima del ritrovamento e forse non erano stati gli unici a sapere e a custodire il segreto della chiesa sarcofago. Intervistato pochi giorni fa da Nuova Tv nel 24esimo anniversario dell’uccisione di Elisa, Gildo Claps ha professato ancora una volta fiducia:”Con il processo sul ritrovamento del cadavere di mia sorella speriamo si riesca a squarciare il velo che continua ad offuscare la verità“. 





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