EUTANASIA/ Quella falsa morale che lega Francia, Olanda e Australia

- int. Lyle Shelton

Per LYLE SHELTON, “una sentenza della Corte suprema australiana mette in guardia dal rischio che eutanasia e suicidio assistito possano essere strumentalizzati per interessi economici”

coma-eutanasia-suicidio-assistito Foto Infophoto

La Corte suprema di Brisbane, in Australia, ha condannato un uomo di 50 anni per avere aiutato un suo conoscente malato di cancro a togliersi la vita. Il giudice ha ritenuto Merin Nielsen colpevole per avere procurato a Frank Ward, 76 anni, una dose mortale di Nembrutal, un anestetico veterinario acquistato in Messico. A suscitare diversi sospetti sul modo in cui sarebbero andate le cose, influenzando la scelta della Corte suprema di condannare Nielsen, è anche il fatto che quest’ultimo era indebitato con Ward ed era beneficiario del suo testamento. La vicenda in Australia ha scatenato un vivace dibattito, proprio mentre un altro Paese, la Francia, sta discutendo sulla difesa della vita dopo che un’associazione francese a favore dell’eutanasia ha lanciato una campagna pubblicitaria in cui si ritrae il presidente Nicholas Sarkozy, diffondendola sulla rivista Les Inrocks e su diversi siti Internet. Nel frattempo anche l’Olanda si sta spaccando sull’ipotesi dell’eutanasia per il principe Johan Friso van Oranjen. Il secondogenito della regina Beatrice è in coma dopo che una valanga lo ha colpito mentre faceva sci fuoripista in una località austriaca. I media dei Paesi Bassi hanno avviato un’accanita discussione sull’opportunità di tenere ancora in vita il principe Friso. Ilsussidiario.net ha intervistato Lyle Shelton, capo staff dell’Australian Christian Lobby (ACL), per chiedergli qual è la posta in gioco della battaglia culturale su temi come il suicidio assistito e l’eutanasia.

Ward era un membro dell’associazione Exit International, favorevole all’eutanasia. Ritiene che sia una prova sufficiente della sua scelta consapevole di porre fine alla sua vita?

L’appartenenza di Frank Wards a Exit International può essere interpretata in diversi modi. Nel condannare Merin Nielsen, il giudice Jean Dalton ha detto che Ward voleva “togliersi la vita se si fosse venuto a trovare in una situazione in cui, a suo giudizio, non fosse stato più indipendente o con una qualità di vita inaccettabile”.

Nell’ipotesi in cui Ward fosse stato consenziente, ritiene che Nielsen sia ugualmente da condannare?

Secondo la posizione di ACL circa il processo nel Queensland, Nielsen è comunque colpevole di avere aiutato Ward a suicidarsi, sia che quest’ultimo fosse consenziente sia che non lo fosse. Tuttavia, il dibattito sul fatto che Ward fosse o meno consenziente è stato probabilmente preso in considerazione dal giudice Dalton nel condannare Nielsen.

Nielsen era indebitato con Ward ed era il beneficiario del suo testamento. Lo ritiene un elemento estraneo alla scelta di Nielsen di aiutare Ward a suicidarsi, o può averla condizionata?

Il fatto che Nielsen fosse un beneficiario del testamento di Ward porta a sospettare dei motivi che possono aver spinto ad aiutarlo nel suicidio. Nella sentenza, il giudice Dalton ha affermato che questo fatto era rilevante e che non vi erano prove della gravità della malattia dell’anziano, né che fosse avvenuta una prognosi o stesse seguendo una cura.

 

Philip Nitschke, direttore di Exit International, ha affermato di considerare un diritto quello di “cercare di aiutare una persona cara a conseguire una morte pacifica”. Che cosa ne pensa di questa dichiarazione?

 

ACL non crede che sia un diritto aiutare una persona a morire. Una delle maggiori preoccupazioni di ACL circa la legalizzazione dell’eutanasia è il potenziale rischio di abusi e sfruttamento dei più deboli. Anche il nostro Primo Ministro, Julia Gillard, che ha ammesso di avere una posizione combattuta nei confronti dell’eutanasia, afferma che non è probabilmente possibile formulare una legge con adeguate garanzie.

 

Qual è stata la rilevanza data dai media australiani al caso di Ward, e fino a che punto ne hanno parlato in modo equilibrato, fornendo uguale spazio ai sostenitori del suicidio assistito e a coloro che sono contrari?

 

Sui media, il caso ha messo in luce i pericoli della legalizzazione dell’eutanasia. I commenti del giudice Dalton suonano come un avvertimento nei confronti della legalizzazione dell’eutanasia, di fronte ai suoi sostenitori. Sempre Nitschke ha dichiarato: “Credo che sia una tragedia, quando una persona resta vittima di leggi come questa, perché i politici non hanno il coraggio di cambiarle”.

 

Ritiene che il clamore mediatico intorno alla vicenda di Ward sia anche finalizzata a cambiare la legge sul suicidio assistito in Australia?

É nella natura dei media occuparsi di una vasta gamma di argomenti, incluse anche materie quali l’eutanasia, che in Australia è appoggiata da una minoranza. Il dottor Philip Nitschke è da parecchi anni un accanito sostenitore dell’eutanasia in Australia. Negli ultimi tre anni, l’eutanasia è stata presa in considerazione in quattro Parlamenti statali dell’Australia. Sono state condotte numerose inchieste parlamentari, sentiti molti testimoni, scritti diversi rapporti e tenute votazioni tormentate. Dopo tutti questi scrupolosi approfondimenti, nessun Parlamento ha accolto la proposta di legalizzare l’eutanasia, ma il dottor Nitschke continua a cercare di attirare l’attenzione dei media.

 

Qual è invece la posizione della maggioranza dei membri e dei principali partiti politici nel Parlamento federale? Dopo la sua bocciatura da parte dei singoli Stati, ritiene probabile una nuova legge sul suicidio assistito a livello federale?

 

In occasione dell’elezioni del 2010, ACL sottopose un questionario ai partiti politici. Il Partito Laburista Australiano, che è nel governo di minoranza, disse che non avrebbe apportato modifiche alla legge esistente per legalizzare l’eutanasia. La Coalizione composta dai partiti Liberale e Nazionalista dichiarò che se fosse stato presentato in Parlamento un progetto per legalizzare l’eutanasia, sarebbe stata lasciata ai suoi parlamentari la libertà di votare secondo coscienza. Il Partito dei Verdi sostiene fortemente l’eutanasia e ha promosso molti dei progetti di legge presentati nei vari Stati in favore della sua legalizzazione. Nel settembre 2010, il Senato dell’Australia Occidentale ha respinto il progetto di legge dei Verdi per la legalizzazione dell’eutanasia in quello Stato, dopo che progetti simili sponsorizzati dai Verdi erano stati respinti nel 2009 e 2010 in Australia Meridionale e nel 2008 nel Victoria. In Tasmania si è in attesa di un documento sull’eutanasia che dovrebbe uscire a breve ed è probabile che il premier laburista, Lara Giddings, e il parlamentare dei Verdi, Nick McKim, presentino un disegno di legge per legalizzare l’eutanasia. È ormai chiaro che i sostenitori dell’eutanasia puntano a modificare l’attuale legislazione attraverso una strategia di logoramento del Parlamento.

 

(Pietro Vernizzi)





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