RIGHEIRA/ Video: basta “Vamos alla playa”, ma poi cambiano idea. Il dibattito sui “tormentoni”

- La Redazione

I Fratelli Righeira non volevano più suonare dal vivo il loro brano più famoso ma poi hanno dovuto cambiare idea. Il caso dei tormentoni che il pubblico vuole sentire all'infinito

righeira_R439 I Fratelli Righeira

“Il popolo ce la chiede comunque”: così i Righeira hanno dovuto fare dietro front rispetto alla loro iniziale decisione di non cantare il loro brano più famoso di sempre, quella Vamos alla playa che li consacrò idoli delle classifiche trenta esatti anni fa. Succede a tutti gli artisti di stufarsi di rifare in continuazione gli stessi pezzi per anni e anni, è un dibattito che dura da sempre all’interno della musica. Negli anni 70 ad esempio Paul McCartney nei suoi concerti concedeva al massimo uno o due pezzi del magico periodo con i Beatles, mentre Bob Dylan solo recentemente è tornato a patti con i suoi brani famosi, dopo aver tolto dalle sue scalette per anni il suo pezzo più noto, Blowin’ in the wind. Ma è un dato di fatto che tutti, per motivi diversi, giovani e meno giovani vanno a un concerto dei loro idoli per sentire le canzoni più famose, quelle che hanno imparato a conoscere sulle radio o in televisione. Lo stesso Dylan, che appunto ha escluso per molto tempo i suoi classici, una volta disse: se vado a sentire Paul Simon mi aspetto di sentire i suoi pezzi più famosi. Eseguirli, anche se sono venuti  a noia al loro autore, è una forma di rispetto per il pubblico, il popolo come lo chiamo i Righeira. Di fatti Dylan o De Gregori, per evitare questa noia, quando eseguono i loro classici ne cambiano spesso la forma musicale, quasi riscrivendoli. Altri come McCartney, che oggi esegue per il 50% dei suoi concerti tutti pezzi dei Beatles, li esegue invece identici nota per nota agli originali incisi su disco. I Righeira hanno così commentato: “Avevamo pensato di fare alla canzone e a noi questo regalo, ma il popolo ce la chiede comunque”. E allora via con il tormentone che non muore mai. Il “popolo” ringrazia.







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