BELLE AND SEBASTIAN/ “The Third Eye Centre”: solo per completisti alla ricerca dell’ultimo brano raro

- Raffaele Concollato

L'amatissimo gruppo scozzese pubblica una raccolta di brani rari e remix a cura di vari dj: come spiega RAFFAELE CONCOLLATO il risultato è però deludente: solo per completisti

belle_R439 Belle and Sebastian

“La miglior band scozzese in circolazione” manda alle stampe una nuova raccolta di b-side/rarità/inediti . Già nel 2005 era stata pubblicata un’operazione simile dedicata alla prima parte del loro percorso musicale: “Push Barman To Open Old Wounds” raccoglieva e cercava di dare ordine e la meritata visibilità ai brani disseminati nei vari EP e singoli pre 2003, epoca in cui la band incideva per la Jeepster. Ora questa nuova uscita pesca nel sottobosco delle incisioni dell’ultimo periodo dal 2003 al 2013 e marchiate “Rough Trade”.

Il confronto tra le due raccolte è quasi impietoso: se la prima è per molti versi imperdibile quest’ultima è sì interessante ma remix e alternate version a parte, la sostanza non è molta.

L’inizio è una ottima “I’m A Cuckoo”, remixata dagli Avalanches che la arricchiscono con cori, fiati di vario genere e clapping  e la colorano di un folk che forse la band farebbe bene a considerare per il futuro.

Anche la perla pop “Suicide Girl”, bonus track di “Write About Love”, fa la sua bella figura: sincera e diretta senza andare sopra alle righe risulta la perfetta pop song che sa di retrò ma senza essere stucchevole.

Poi iniziano ad alternarsi episodi più o meno validi: “Love on the March” dal singolo “Step Into My Office, Baby” proprio non convince : i sapori ‘salsa’(!!!) proprio non si addicono a Murdock e soci e si rivelano una deviazione in un terreno sconosciuto con scarsi risultati. Lo stesso succede con la prescindibile “Last Trip” uguale a tante altre canzoni pop del periodo.

La risalita c’è con “Your Secret”,da un EP del 2004. Il brano ha un Hammond in bella evidenza ed è un bell’esempio di pop-folk che perfettamente lega gli anni zero alle sonorità degli anni 60.

L’inedito (unico) della compilation è “Your Cover’s Blown” lavorato dal noto Dj Miaoux Miaoux , ‘casualmente’ anche lui di Glasgow, che infila un mix quanto estremo tanto azzeccato. Che il futuro del B&S sia in realtà questo?

Si prosegue con dei brani sul classico mood degli ultimi lavori senza andare oltre la sufficienza  (che quando c’è è piena) dalla sentita “I Took a Long Hard Look”, alla melodica “Heaven In the Afternoon” con una bella parte di sax così come “Long Black Scarf” che alla fine non sembrano altro che riempitivi e meri esercizi di stile.

Spicca ancora una rilettura da parte di Richard X della classica “I Didn’t See it Coming” che non sfigura affatto dandole una nuova prospettiva anche piuttosto ardita, altro suggerimento per gli scozzesi?

L’ultimo mazzo di brani passa dalla ritmata e molto sixties “Passion Fruit”, la desolante “Desperation Made a Fool of Me” e le prescindibili “Mr Richard” e “Meat And Potatoes” . Il finale infuocato di “The life pursuit” solleva la linea di galleggiamento di una compilation adatta ai completisti e super-fan non certo a freschi novizi. L’unico senso che vedo per possedere questo lavoro è avere le b-side in un solo album che ad oggi, possedere tutti gli EP sarebbe un’impresa titanica. In ogni caso immagino che i fedelissimi abbiano già questi brani che nulla o quasi aggiungono alla storia musicale della band di Glasgow. I B&S, a dirla tutta, da ormai da un decennio non sfornano un lavoro da studio veramente degno del nome che portano. La speranza è che questa accozzaglia di brani sia solo una scusa per rimettersi in gioco e sorprendere ancora. Speranza non vana perché visti recentemente live rimangono ancora coinvolgenti e per molti versi ineguagliabili. Le prossime mosse del gruppo mostreranno se riusciranno a rinverdire i loro canoni musicali oppure sceglieranno di andare verso qualcosa di diverso come suggeriscono gli episodi più riusciti di questa raccolta.







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