Sotto sequestro il Twiga di Otranto, il beach club che deve il suo nome al fondatore Flavio Briatore: l’ipotesi di reato è abusivismo edilizio. Sotto indagine due imprenditori
La Procura di Lecce ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo nei confronti dello stabilimento balneare Twiga Beach Club, il noto marchio dell’imprenditore Flavio Briatore. La struttura su cui sono stati apposti i sigilli è il Twiga di Otranto e l’ipotesi di reato che viene evidenziata nel provvedimento di sequestro firmato dal sostituto procuratore di Lecce Antonio Negro è quella di abusivismo edilizio. La Cerra srl, proprietaria del terreno di Otranto e dello stabilimento, e la Bilionaire Lifestyle Sarl, proprietaria del marchio Twiga, hanno sospeso la licenza per l’uso della denominazione che avrebbe consentito di accomunare il locale salentino agli altri di proprietà di Briatore, come si legge su Repubblica Bari. L’imprenditore pugliese “divorzia” quindi dai pugliesi che stavano costruendo il suo nuovo club. La società Billionaire ha reso nota così la sua decisione: “Billionaire Lifestyle, proprietaria del marchio Twiga, dichiara di aver sospeso, in accordo con la stessa Cerra srl, sino a quando la situazione non sarà chiarita a livello giuridico, l’unico legame che legava le due società: il contratto di licenza del marchio Twiga”.
La società Cerra, che stava costruendo la struttura, è formata da imprenditori salentini e presieduta da Mimmo De Santis (presidente di Federalberghi Salenti) e non prevede quote di Briatore. Gli indagati nell’inchiesta sono due: l’imprenditore che sta realizzando l’opera, Raffaele (detto Mimmo) De Santeis, rappresentante legale della società ‘Cerra srl’, e l’ingegnere progettista responsabile dei lavori, Pierpaolo Cariddi, fratello del sindaco uscente di Otranto Luciano Cariddi. Pierpaolo Cariddi è anche in lizza come candidato sindaco a Otranto per una lista civica alle prossime elezioni amministrative. Ad entrambi i Carabinieri hanno notificato stamane un avviso di garanzia: le accuse contestate sono di abuso edilizio in zona soggetta a vincolo paesaggistico e di occupazione abusiva del demanio marittimo. Gli investigatori avrebbero accertato consistenti interventi di sbancamento e spianamento del terreno, lavori edili e modifiche allo stato dei luoghi in violazione della normativa e in difformità con le opere per le quali il Comune di Otranto ha rilasciato la relativa autorizzazione.
