<!-- p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; font: 12.0px 'Times New Roman'; -webkit-text-stroke: #000000} span.s1 {font-kerning: none} --> Fallito il Ttip, Trump si ritira dal Tpp e rimette in discussione il Nafta. L'Ue sembra invece decisa ad approvare il CETA, l'accordo di libero scambio con il Canada. AUGUSTO LODOLINI
Durante la campagna elettorale Donald Trump aveva espresso nettamente la sua opposizione al Tpp, il Trattato di libero commercio nel Pacifico, e uno dei suoi primi atti da Presidente è stato proprio la sua cancellazione. Una decisione da molti considerata un’ulteriore prova della politica protezionistica di Trump, ma la realtà è un po’ più complessa. Il Trattato, comunque non ancora ratificato dal Congresso, prevedeva la costituzione di un’area di libero scambio che si stima valere circa il 40% dell’economia mondiale. L’accordo avrebbe legato gli Stati Uniti ad altri 11 Paesi del Pacifico, americani (Canada, Cile, Messico, Perù), asiatici (Brunei, Giappone, Malesia, Singapore, Vietnam) e dell’Oceania (Australia, Nuova Zelanda).
