Ali Agca e l'attento a Giovanni Paolo II nel 1981. Dopo 29 anni in carcere sul Papa rivela: "quando è morto ho provato dolore come un fratello"
Giovanni Paolo II perdonò Ali Agca
“Ed ecco, oggi sono qui. Sono venuto a ringraziare la Divina Provvidenza in questo luogo che la Madre di Dio sembra avere così particolarmente scelto. “Misericordiae Domini, quia non sumus consumpti” le parole di Giovanni Paolo II durante l’Omelia al Santuario della Vergine di Fatima nel maggio del 1982. L’anno dopo il sommo Pontefice decide di far visita ad Ali nel carcere di Rebibbia. Alcuni anni dopo durante un’intervista rilasciata all’ANSA, Ali Agca ha raccontato cosa disse al Papa: “nell’incontro che ebbi con lui a Rebibbia, che a ordinarmi di ucciderlo fu l’ayatollah Khomeini”, dichiara Ali Agca in un’intervista all’ANSA, ribadendo la tesi della pista islamica per l’attentato del 13 maggio 1981 in Piazza San Pietro e contestando le smentite date dal Vaticano a quanto l’ex “lupo grigio” ha scritto nella sua autobiografia “Mi avevano promesso il Paradiso”. Alcuni anni dopo, per la precisione il 13 giugno 2000, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi concede la grazia a Ali Agca che il 14 giugno del 2000 lascia il nostro Paese.
Ali Agca: “Papa Giovanni Paolo II come un fratello”
In Turchia però Ali Agca finisce nuovamente in carcere per l’assassinio del giornalista Abdi Ipekci. Una volta tornato in libertà, nel 2010, Ali intervistato dal Mirror è tornato a parlare dell’attentato a Papa Wojtyla: “è stato destino. E’ stato destino che sopravvivesse. I sono molto contento che non è morto. Il Papa è diventato come un fratello per me. Quando è morto ho provato il dolore della perdita di un fratello o del mio migliore amico”. Nonostante sono passati tantissimi anni, l’ex terrorista pensa ogni giorno a quei colpi di pistola al Papa: “penso a come ho sparato al Papa quasi ogni giorno… non più tutti i giorni ma la maggior parte. Sono un brav’uomo adesso. Cerco di vivere la mia vita in modo appropriato. Quando ho sparato avevo 23 anni, ero giovane e ignorante”.
