Le tutele per i lavoratori fragili sono scadute alla fine di giugno. Andrebbero prorogate almeno fino alle fine dall'anno vista la situazione sanitaria
Il 30 giugno sono scadute le tutele rinnovellate con legge 52 del 19 maggio u.s. che ha prorogato , per i dipendenti del pubblico impiego considerati lavoratori fragili la modalità di smart working o malattia equiparata al ricovero: dunque non possono più contare sull’equiparazione dell’assenza al ricovero ospedaliero e la possibilità di poter lavorare da remoto. Inoltre, nel caso debbano rientrare obbligatoriamente in presenza, a fronte dell’attuale situazione Covid e delle varianti Omicron con inasprimento di nuovi contagi e decessi quotidiani , possono essere esposti a elevati rischi per la loro salute già compromessa da patologie gravi.
La questione è che ai fragili che sono in età da lavoro e che lo richiedono bisognerebbe dare la possibilità di lavorare a casa o creare ambienti protetti in ambito di lavoro. I lavoratori fragili non possono scegliere di tutelarsi da soli, prorogare per legge le tutele a loro destinate, come già fatto, significa inserire subito la norma che prevede fino al 31 dicembre 2022 le tutele per loro nel nuovo Decreto sulle misure anti-rincari.
Per lavoratori fragili si intendono i disabili e tutti coloro che sono affetti da patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità. Rientrano ad esempio nella categoria dei fragili i pazienti con marcata compromissione della risposta immunitaria, i pazienti oncologici (in terapia o meno) o che presentano 3 o più condizioni patologiche: cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, ictus, diabete mellito, bronco-pneumopatia ostruttiva cronica, epatite cronica, obesità.
Il ministero della Pubblica amministrazione ha più volte ricordato, comunque, che “la flessibilità già presente nella disciplina di rango primario e in quella negoziale per l’utilizzo del lavoro agile per il pubblico impiego, evidenziata nella circolare del 5 gennaio 2022, a firma congiunta dei ministri per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, e del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, consente – anche dopo il 30 giugno 2022 – a legislazione vigente, di garantire ai lavoratori fragili della Pubblica amministrazione la più ampia fruibilità di questa modalità di svolgimento della prestazione lavorativa”.
Si sveglino dal letargo anche i sindacati e si decidano a fare il loro mestiere: la contrattazione di prossimità ovunque per sostenere anche e sopratutto chi ne ha bisogno e cioè le lavoratrici e i lavoratori ammalati e immunodepressi che sono scoperti deve rappresentare un loro impegno concreto, non solo fare i manifesti per il lavoro. Se qualcuno delle lavoratrici e lavoratori dovesse contrarre il Covid rientrando al lavoro si profilerebbero responsabilità omissive per il mancato rinnovo. Chi si ammalasse potrebbe a sua volta correre dei rischi gravi ed eventuali contenziosi nel frattempo intercorsi troverebbero una sanatoria e si eviterebbe loro, ammalati in questo periodo, di attingere al periodo di comporto contrattuale se non alle ferie. Una persona immunodepressa o in terapia chemioterapica contrae più facilmente il Covid o deve ricorrere a terapie continuative, dolorose, defatiganti.
Ci ammaliamo più spesso degli altri, siamo definiti per questo “fragili” ma non è per colpa nostra. Le tutele sono scadute ma le patologie croniche no. Se si rinnovano meglio prevedere una scadenza a fine anno per evitare che il problema si riproponga in coincidenza con il rialzo dei contagi che è destinato a salire ancora di più in un autunno pandemico e di conclamata quarta dose di vaccino. È consapevolezza e responsabilità e a tutt’oggi non c’è ne è traccia tra i provvedimenti concreti.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
