Enrico Vanzina, a "Storie Italiane", ha ricordato il fratello Carlo e il padre Steno: "Sono rimasto da solo a portare avanti la nostra missione..."
Papà Steno diceva che il cinema era un lavoro precario, ma alla fine si ricredette: “Mi fa effetto risentire la mia voce di mio padre nei filmati, quando lo vedo mi commuovo e mi emoziono sempre un po’ – ha spiegato Enrico Vanzina –. Mi commuove l’idea che lui e Carlo non ci siano più e nel nostro ‘ristorante’ sia rimasto io a fare tutto. Mio padre mi ha lasciato proprio una missione e un’eredità importante. Mi insegnava a non prendersi mai sul serio e a restare sempre con i piedi ancorati al suolo”.
ENRICO VANZINA: “MIO FRATELLO CARLO AMAVA IL CINEMA PIÙ DELLA VITA REALE”
Nel prosieguo di “Storie Italiane”, Enrico Vanzina ha affermato: “A un certo punto, quando fai cinema in maniera continuativa, perdi un po’ la bussola. Ti chiedi se la vita sia reale o sia tutta un film. Mio fratello Carlo amava il cinema più della vita reale, perché lì esiste il lieto fine, nella vita quasi mai. Lui voleva che fossimo ricordati come persone semplici che hanno raccontato questo Paese e io sto portando avanti questo obiettivo”.
Carlo Vanzina, ha continuato suo fratello Enrico (visibilmente commosso), era “un uomo molto equilibrato e intelligente, che conosceva le sue fragilità e i suoi difetti. Noi siamo infelici perché non sappiamo accettare i nostri limiti, mentre Carlo riusciva a compensarli con la sua intelligenza”.
