• Iscriviti alla Newsletter
  • Accedi
  • Registrati
IlSussidiario.net
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net
IlSussidiario.net
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
  • Video
  • Cronaca
  • Politica
  • Sanità
  • Economia
  • Sport
  • Turismo
  • Chiesa
IlSussidiario.net
IlSussidiario.net

Home » Educazione » Riforme scolastiche » SCUOLA/ Istruzione tecnico-professionale, i “nemici” della scommessa di Valditara

  • Riforme scolastiche
  • Scuole Superiori
  • Educazione

SCUOLA/ Istruzione tecnico-professionale, i “nemici” della scommessa di Valditara

Anna Maria Bellesia
Pubblicato 29 Settembre 2023
scuola_ministero_istruzione_miur_lapresse

La sede del ministero dell'Istruzione (LaPresse)

Valditara mette mano all'istruzione tecnico-professionale, con la novità del percorso ridotto a 4 anni e dei campus. Ma la riforma è una scommessa

La questione dell’istruzione tecnico-professionale comincia a porsi addirittura a fine anni Novanta, complicata dalla ripartizione di competenze fra Stato e Regioni. Da allora tutti i ministri dell’Istruzione (sono stati ben 14) hanno provato a metterci mano e a lasciare il segno. Nessuno è riuscito a raccogliere quanto seminato. Basta pensare che il sistema di istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts) nasce nel lontano 1999 col ministro Berlinguer, mentre il sistema di istruzione e formazione professionale di competenza regionale (IeFP) è nato con la legge 53/2003 della Moratti. Da allora è stato tutto un susseguirsi di riforme e controriforme per “raccordare” i sistemi, sviluppare competenze, coordinarsi col mondo produttivo, potenziare il “saper fare” e l’apprendimento “on the job”, la didattica “laboratoriale”, la modularità e la flessibilità dei percorsi.


SCUOLA/ Educazione sessuale e ddl Valditara, come evitare la trappola delle “istruzioni per l’uso”


Lo stesso comunicato stampa del ministero del 18 settembre scorso, che annuncia il nuovo progetto di filiera, potrebbe essere ascritto a uno qualsiasi dei tanti ministri precedenti, il linguaggio è lo stesso: “Oggi l’istruzione tecnica e professionale diventa finalmente un canale di serie A, in grado di garantire agli studenti una formazione che valorizzi i talenti e le potenzialità di ognuno e sia spendibile nel mondo del lavoro, garantendo competitività al nostro sistema produttivo”.  Anche i dati, sempre puntualmente richiamati, di Unioncamere e Confindustria sul mismatch tra le competenze in uscita degli studenti e quelle richieste dal mercato del lavoro sono quasi un ritornello che torna annualmente nei convegni e sulla stampa.


SCUOLA/ E politica: non è compito delle ore di lezione “curare” le ingiustizie del mondo


Quanto all’idea del “campus”, è molto affine a quella dei poli tecnico-professionali, su cui si è molto lavorato in passato, allo scopo di realizzare aggregazioni multisettoriali e multifunzionali, ottimizzare spazi e risorse, favorire una formazione agile e flessibile. Idem per la “struttura tecnica”, una specie di cabina di regia che dovrà promuovere la riforma prevista dall’attuale disegno di legge e che beneficerà di uno specifico finanziamento. All’attuazione delle altre ambiziose disposizioni invece “si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente” (e anche questo l’abbiamo già letto in calce a tante riforme epocali). Perché allora sembra che nulla sia mai stato fatto e ogni volta si parla di “novità”, quando, al contrario, tutti i governi passati si sono spesi nella stessa direzione del “raccordo scuola-impresa”?


LAVORO & PNRR/ Gli errori che pesano sull'occupazione di giovani e donne


È accaduto che, a causa di uno sviluppo tecnologico in rapida evoluzione, si assiste a un continuo rincorrere traguardi e skills, come ci chiede il mercato o come ci chiede l’Europa, senza mai riuscire a colmare il cronico disallineamento. Il problema si può risolvere in due modi: o creando una filiera formativa davvero flessibile, coordinata e capace anche di auto-aggiornarsi (la “scommessa” di Valditara), o lasciando alla scuola un compito formativo di base e generico e poi alle aziende il compito di formare competenze ulteriori e specifiche.  La prima è la strada scelta dal Governo, che si propone di rispondere “alle esigenze educative, culturali e professionali delle giovani generazioni, e alle esigenze del settore produttivo nazionale secondo gli obiettivi del Piano nazionale Industria 4.0”.

L’alternativa è l’idea che la scuola deve dare gli strumenti cognitivi e non inseguire le esigenze dell’industria, cara da sempre a un mondo che mantiene la sua rappresentatività e che non mancherà di far sentire la sua opposizione. “No al lavoro al posto dell’istruzione” è uno slogan che ha sempre fatto presa.

Qual è allora la vera novità del progetto Valditara? Certamente la riformulazione del percorso in 4 anni a livello secondario più 2 a livello terziario e la sperimentazione, che partirà dal 2024-25 e potrà coinvolgere il 30% degli istituti tecnici e professionali.

La riduzione dei percorsi del secondo ciclo da 5 a 4 anni e la possibilità di accesso diretto ai 2 anni successivi negli Iys Academy e negli Ifts, anche da parte degli studenti in uscita dai percorsi di istruzione e formazione professionale (IeFP), può certamente aumentare l’attrattività e quindi la scelta di quell’utenza orientata all’inserimento rapido nel lavoro con un bagaglio di competenze immediatamente spendibili. Teoricamente, anche l’organizzazione strutturale della filiera in campus può andare incontro a questo tipo di domanda. In pratica, però, sarà tutto da costruire. Bisognerà stipulare accordi, istituire reti, integrare l’offerta formativa, facilitare i passaggi fra percorsi diversi, innovare la didattica, anche ricorrendo a contratti di prestazione d’opera per attività d’insegnamento con soggetti del mondo del lavoro e utilizzando in rete tutte le risorse professionali, logistiche e strumentali disponibili, come prevede il Ddl. Le contestazioni non mancheranno.

Inoltre, la riduzione di un anno dei percorsi di istruzione secondaria di secondo grado non comporta una riduzione dei saperi e delle competenze indicati nel Profilo educativo, culturale e professionale dell’indirizzo di riferimento. Come si farà allora a concentrare in 4 anni il conseguimento di obiettivi che non si ottengono in 5? E il calo degli apprendimenti anche di base, evidenziati annualmente dall’Invalsi, come si recupera? Insomma la riforma, al momento, sembra davvero una “scommessa”.

— — — —

Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.

SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI

Tags: Giuseppe ValditaraFormazione lavoro

Ti potrebbe interessare anche

Ultime notizie di Riforme scolastiche

Ultime notizie

Gli archivi del canale di Riforme scolastiche

ilSussidiario.net

il Quotidiano Approfondito con le ultime news online

  • Privacy e Cookies Policy
  • Aiuto
  • Redazione
  • Chi siamo
  • Pubblicità
  • Whistleblowing
  • MOG 231/2001
  • Feed Rss
  • Tags

P.IVA: 06859710961

  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net

Ben Tornato!

Accedi al tuo account

Password dimenticata? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Accedi

Recupera la tua password

Inserisci il tuo nome utente o indirizzo email per reimpostare la password.

Accedi
  • In primo piano
    • Ultime notizie
    • Cronaca
    • Politica
    • Economia e finanza
    • Sanità
    • Cinema e Tv
    • Calcio e altri Sport
  • Sezioni
    • Cultura
    • Energia e Ambiente
    • Esteri
    • Impresa
    • Lavoro
    • Educazione
    • Musica e Concerti
    • Motori
    • Scienze
    • Hi-Tech
    • Sanità, salute & benessere
    • Donna²
    • Milano
    • Roma
    • Oroscopo
    • Turismo e Viaggi
    • Sanremo
    • Meeting di Rimini
    • Sostenibilità e Sussidiarietà
    • Food
    • Chiesa
    • Trasporti e Mobilità
    • Osservatorio sull’informazione statistica
    • Tags
  • Approfondimenti
    • Rubriche
    • Dossier
    • Speciali
  • Riviste
    • Emmeciquadro
  • Firme & Multimedia
    • Autori
    • Intervistati
    • Editoriale
    • Foto
  • Feed Rss
  • Donazione
    • Sostieni ilSussidiario.net