Dopo l'esibizione di Dargen D'Amico a Sanremo 2024 la domanda si è sollevata spontanea: perché aveva dei peluche sul vestito?
Non è passato inosservato l’outfit di Dargen D’Amico a Sanremo 2024: perché aveva dei peluche sul vestito?
Durante la prima serata di Sanremo 2024, lo spettacolo non è stato solo canoro, ma anche nei dettagli degli outfit. Tra i protagonisti, in questo senso, citiamo sicuramente Dargen D’Amico, che indossava dei peluche su un vestito che ha catturato l’attenzione di molti spettatori. Dunque perché Dargen aveva dei peluche a Sanremo 2024? A rivelarlo è stata Rebecca Baglini, la stylist che ha collaborato alla realizzazione di questo straordinario look.
Il vestito di D’Amico, concepito come parte di un progetto più ampio che racconta le storie nascoste dietro le acque, si inserisce in un contesto di denuncia sociale. Come spiega Rebecca Baglini, in una intervista rilasciata a fanpage, ogni dettaglio del costume è stato attentamente studiato per veicolare un messaggio importante. “Il testo di Jacopo parla di quello che accade nelle nostre acque, del dramma degli immigrati”, ha dichiarato Baglini. “Abbiamo dunque voluto creare un percorso attraverso le immagini e il costume”.
Dargen D’Amico, il vestito coi peluche a Sanremo vuole veicolare un messaggio importante. La stilista: “Peluche sono simbolo bimbi dispersi”
Il perché dei peluche sul vestito di Dargen D’Amico diventa più chiaro con la spiegazione della stilista, che precisa il motivo della scelta: “Un concetto che contrappone la parte adulta e responsabile alla parte giocosa e celebra l’importanza di mantenere sempre viva la parte più ludica della personalità“.
I peluche, ispirati al celebre copricapo di Franco Moschino del 1988, simboleggiano qualcosa di più profondo: “Sono infatti il simbolo dei bambini dispersi in mare, le piccole vittime che pagano il prezzo più alto della guerra“. La scelta di D’Amico di indossare i peluche sul palco di Sanremo, quindi, va oltre il semplice elemento di moda eccentrica. Pare dunque un atto di solidarietà e di denuncia contro una realtà spesso dimenticata.
