Cotignac è un piccolo paese in Francia, teatro di due apparizioni, di Giuseppe con la sua fonte benedetta e della Vergine Maria
Cotignac, Provence, Francia. Il paese ed il paesaggio circostante, con i vitigni in filari come rette che si uniranno nell’infinito, paiono in letargo, come in attesa del fiorire della primavera e dell’esplosione di colori, voci, letizia e calici di buon vino dell’estate.
I pochi turisti presenti come noi, ben individuabili, sembrano non disturbare il lento passare della giornata in questo splendido borgo.
Le strette vie e le case di un tempo che fu, l’odore della brace dei camini, la luce di questa serena giornata invernale, i silenzi rotti solamente dalle frasi di saluto fra compaesani simili in tutti i paesi del mondo, è come se ci immergessero in un altro tempo in cui il passato ed il presente si fondono.
L’indicazione stradale è semplice, come un suggerimento, non un obbligo, discreta, come è sempre stato lui: Saint Joseph du Bessillon. Sì, proprio lui,San Giuseppe.
7 giugno 1660, giornata calda e molto assolata, il giovane pastore Gaspar Ricard siede all’ombra per riposarsi, è l’una del pomeriggio, ha sete, nulla da bere. All’improvviso gli appare un uomo imponente e “venerabile” (racconterà) che gli indica un masso enorme lì accanto e gli dice “Io sono Giuseppe, solleva questa roccia e berrai” Gaspar si gira, osserva le dimensioni del masso ed esita (la sera di quel giorno otto persone – dicono le cronache del tempo- a fatica riusciranno a spostarlo). Giuseppe gli ripete il comando, Gaspar obbedisce e senza alcuna difficoltà solleva la roccia e vede scorrere abbondante acqua dolce.
La stradina si inerpica per alcuni chilometri nel bosco, si parcheggia in una radura e in cinque minuti il sentiero ci porta al piccolo Santuario eretto nel 1663 e alla fonte.
Il silenzio interrotto solamente dai suoni del bosco ci accompagna alla porta della chiesa per la messa mattutina, all’uscita sostiamo alla fonte, la statua di San Giuseppe sembra invitarci a dissetarci, a dar sollievo e, a Dio piacendo, sanare quelle ferite e cicatrici che ogni pellegrino, in ogni epoca o mondo, ha sempre portato e offerto agli altari della Misericordia Divina in questa terra umana.
La semplicità, la discrezione, il silenzio, la fede che trasudano in questo luogo, che hanno attraversato i secoli e che neanche la Rivoluzione ha potuto estirpare, sono il primo segno sperimentabile di “Qualcosa” di grande accaduto qui, degno di devozione e preghiera come riconosciuto dalla Chiesa.
Al turista o al pellegrino potrebbe bastare questo, che Giuseppe appaia poche volte da solo, che qui parli e parli per dissetare il pastore che c’è in ognuno di noi. Che questo annuncio attraversi il tempo di generazioni e che arrivi all’oggi senza clamore, code nei parcheggi, pullman, negozietti di souvenir, alberghi, negozi è già segno evidente e caratteristico del Santo così come la tradizione ce lo tramanda.
Però al turista e pellegrino “curioso” non potrà sfuggire un’altra esclusiva particolarità di Cotignac…
Se volgi lo sguardo a sud, proprio là dove hai parcheggiato nella radura, c’è una indicazione anch’essa semplice e molto green (in legno) per un sentiero pianeggiante di alcuni chilometri da percorrere, ovviamente a piedi, che porta dalla Sposa di Giuseppe, al santuario di Nostra Signora delle Grazie, edificato nel 1519 a seguito dell’apparizione della Vergine il 10 e 11 agosto ad un semplice contadino Jean de La Baume.
Cotignac, 2000 abitanti oggi, un piccolo punto sulla carta geografica di ieri e di oggi.
Due apparizioni così legate fra loro, che hanno toccato uomini e donne semplici o principesse e re della corte di Versailles, giunte fino a noi attraversando la violenza, lo scetticismo e il relativismo della storia umana e che toccano ancora oggi, fosse solamente come interrogativo, il cuore.
Il tardo pomeriggio con il tramonto alle porte impone di rientrare, ma senza impedirci di fermarci alla cantina “Vignerons de Cotignac”, un calice di rosato e di rouge ci attende. È a pochi chilometri di distanza. Un caso? Oppure anch’esso segno di – vino?
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