Continua l'ondata di False comunicazioni dalla presunta Agenzia delle Entrate con il pretesto di riscuotere dei rimborsi fiscali.
Purtroppo anche nel 2025 stanno arrivando numerose e false comunicazioni dalla “fantomatica” Agenzia delle Entrate che in realtà non è, con l’intenzione di far compilare un modulo al fine di ottenere un rimborso per ipotetici conguagli fiscali a “favore” del contribuente italiano.
Purtroppo niente di tutto ciò è vero, e allo stesso modo di come è avvenuta la recente frode sui rimborsi allo stesso modo in questi ultimi giorni migliaia di cittadini italiani stanno ricevendo una comunicazione ingannevole e naturalmente non veritiera. Ma come si può riconoscere?
False comunicazioni dall’Agenzia delle Entrate sui rimborsi
Riuscire a distinguere tempestivamente le false comunicazioni da quelle reali dell’Agenzia delle Entrate può salvaguardare il portafoglio e aumentare la sicurezza di tantissime potenziali vittime. Ma quali sono i criteri per non cascare nella trappola?
Difficilmente l’Ade invia delle comunicazioni importanti via email, tuttavia per riconoscere un tentativo di phishing è sufficiente prendere atto di alcune accortezze: gli hacker generalmente inviano una email contenente refusi ed errori grammaticali (a parte in questo caso), che spronano a compiere un’azione con urgenza, redendosi dunque “fuorvianti”.
Il modulo che si trova all’interno della comunicazione, riporta ad un portale che sembra quello dell’Agenzia delle Entrate. In realtà è una pagina fake riprodotta fedelmente e dalle sembianze praticamente identiche, con la differenza che ogni dato inserito sarà trasmesso agli hacker.
Email prive di errori
Dato che spesso – come sottolineato precedentemente – le email truffa contengono errori e refusi grammaticali, purtroppo queste ultime comunicazioni sono scritte in modo impeccabile grazie all’ausilio di strumenti di intelligenza artificiale.
Rispetto alle vecchie campagne di phishing questa volta gli hacker si sono assicurati – per rendere la truffa più credibile – di far recapitare la falsa comunicazione via PEC.
In diverse circolare dell’Ade, l’agenzia sconsiglia di far click, di non trascrivere le informazioni personali e né tanto meno inviare le coordinate bancarie in questi portali.
Sulla pagina focus sul phishing l’agenzia governativa ha messo alla luce le tecniche più utilizzate per far cadere nella trappola e i domini utilizzati in passato per la truffa e quelli potenzialmente utilizzabili dagli hacker.
