Come possono la malattia e la morte non avere l’ultima parola? L’evento di formazione istituzionale della Fondazione Maddalena Grassi
“Dottore, mi scusi, forse ne ho combinata una…, ma glie lo devo dire. Venerdì pomeriggio sono andata ad attivare le cure a casa della signora Giulia al Corvetto, l’ho trovata seduta sullo sgabello vicino all’ingresso, dove l’avevano lasciata i lettighieri al mattino riportandola a casa dall’ospedale perché era caduta. Era un po’ ammaccata, l’ho lavata, le ho dato da mangiare, ma non ero tranquilla: ho chiamato i servizi sociali, ma al venerdì pomeriggio non rispondeva nessuno. Lì da sola due giorni non potevo lasciarla, ….. mi scusi, ma l’ho portata a casa mia a Rozzano. L’ho messa insieme ai miei genitori, hanno la stessa età; si sono anche divertiti. Poi lunedì l’ho riportata nella sua abitazione”.
Mentre Maddalena, operatrice sociosanitaria, parlava, mi si stringeva la gola: sono riuscito solo a dirle “Grazie”.
Curare è un’opera fatta da gente così, che non sta tranquilla a lasciare da solo uno che sta male. Professionisti si diventa allo stesso modo. Oggi, martedì 4 marzo, gli operatori di tre realtà – il Policlinico Sant’Orsola di Bologna, ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano, l’Ospedale di Haifa in Terra Santa – che curano malati anche severi e cronici si incontrano per ridirsi le ragioni adeguate a vivere e sviluppare la propria professionalità anche in situazioni complesse. Una palliativista di Milano, una neonatologa di Bologna ed un oncologo di Haifa come esercitano la professione nei rispettivi contesti di frontiera? come possono la malattia, la morte e la guerra non avere l’ultima parola?
Dal racconto di un esperienza di bellezza e soddisfazione l’espandersi contagioso di ragioni adeguate e di creatività impensata. Sono nate così le grandi congregazioni ospedaliere ed i più antichi e sviluppati luoghi di cura. Anche un sistema sanitario pubblico resiste in un’epoca di decadimento, se in tanti ci mettono del proprio a partire da una adeguata ragione. Ci vogliono anche le strutture, i finanziamenti e le leggi di organizzazione che partano dal valorizzare quel che c’è e ci aggiungano quel che è possibile metterci.
I quattro enti promotori documentano un contributo ed una sinergia possibile, utile e sostenibile. Prima ancora che un diritto, la salute e le cure sono un bene prezioso per chi le riceve e per chi le fa, sono un patrimonio costitutivo di una nazione; come un professionista che porta un malato a casa sua.
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“Curare è un’opera”. Secondo Incontro di Formazione Istituzionale 2025 della Fondazione Maddalena Grassi. PWC Tower, Piazza Tre Torri, Milano. Accreditamento ore 15.
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