L'erogazione dei buoni pasto nel 2025 continua ad essere preferita dai lavoratori. Il voucher però, prevede regole specifiche per ottenerlo.
Anche il welfare aziendale relativamente ai buoni pasto 2025 sembrano essere particolarmente apprezzati. I voucher possono essere sfruttati sia nei ristoranti vicini all’ufficio in cui si lavora, ma anche presso tutti gli altri esercenti commerciali purché convenzionati (molte volte anche supermercati).
I voucher per il pasto spettano siano ai dipendenti che sono stati assunti a tempo parziale (ma qui sorgono delle condizioni specifiche sugli orari) sia a tempo pieno. Ma la vera domanda che molti lavoratori si pongono è: ogni azienda è obbligata a concedere questi buoni?
Il forte desiderio dei buoni pasto 2025 ma non per tutti
Nonostante i buoni pasto 2025 attraggano i dipendenti che puntano a “mangiare o fare la spesa quasi gratis”, allo stesso tempo ci sono delle regole specifiche sulle aziende che hanno l’obbligo o semplicemente la facoltà, di prevederli.
L’adempimento è obbligatorio nel momento in cui i voucher sono previsti dal contratto collettivo di lavoro oppure se il contratto di assunzione della risorsa è di 2° livello. Quanto ai contratti individuali del settore privato, il fringe benefit è a discrezione dell’imprenditore.
I lavoratori che sono assunti con un contratto part time, per poter beneficiare del buono pasto devono svolgere l’attività superando l’orario di pranzo, altrimenti qualora il turno finisca prima, il voucher non verrà riconosciuto. Un’altra regola è maturare i buoni soltanto nei giorni in cui il lavoratore presenzia, infatti durante le ferie, le eventuali trasferte o giorni di malattia, il welfare non è previsto.
Tassazione e regole secondo il CCNL
Il CCNL prevede l’assegnazione dei buoni pasto a quei lavoratori che svolgono l’attività per un minimo di 6 ore quotidiane e includendo l’orario del pranzo, e successivamente riprendendo il consueto lavoro.
Secondo l’Agenzia delle Entrate il lavoratore dipendente potrebbe richiedere il buono pasto anche qualora la distanza tra la sua dimora e il luogo in cui svolge il suo operato sarebbe tanto eccessiva da rendere impossibile il consumo del pranzo presso la sua abitazione.
Il vantaggio fiscale dei buoni è la loro esenzione fiscale, purché non superi le soglie quali: 8€ nel caso di voucher elettronico e 4€ per il cartaceo.
I buoni non possono essere trasformati in denaro contante e neppure esser ceduti, motivo per cui sono utilizzabili soltanto dal beneficiario.
