Femminicidio sarà un reato autonomo da punire con l'ergastolo con il Ddl antiviolenza: cosa cambia e quali sono tutte le novità, tra aggravanti e obblighi
NASCE IL REATO DI FEMMINICIDIO
Il femminicidio sarà un reato autonomo e verrà punito con l’ergastolo: è quanto prevede il Ddl antiviolenza, che ha ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri alla vigilia della festa della donna. La bozza del testo del disegno di legge riporta che quando un omicidio è commesso come atto di discriminazione e odio nei confronti di una donna, in quanto tale, va sempre punito con la pena perpetua, altrimenti si applica l’articolo 575 del codice penale, la cui pena non è inferiore ai 21 anni di carcere.
Il disegno di legge prevede anche delle aggravanti ad hoc per alcuni reati, non solo il reato di femminicidio. Ad esempio, in caso di maltrattamenti, la pena cresce da un terzo alla metà se la vittima è una donna che viene vessata proprio perché donna. Stesso discorso per minacce e revenge porn, con la pena che aumenta da un terzo fino a due terzi.
Si tratta di una novità significativa, visto che allo stato attuale la pena per i maltrattamenti in famiglia va da 3 a 7 anni, con l’aumento della pena riconosciuto solo per minori, donne incinte e disabili. La nuova aggravante sarà riconosciuta anche per altri reati, come lesioni, mutilazioni di organi genitali femminili, atti persecutori e omicidio preterintenzionale.
FEMMINICIDIO E DDL ANTIVIOLENZA, LE ALTRE NOVITÀ
Il Ddl antiviolenza prevede altre novità, come la tempestiva comunicazione alle vittime di reati specifici – come molestie, maltrattamenti, stalking e lesioni – dell’uscita del condannato dal carcere. Inoltre, per quanto riguarda i casi da codice rosso, l’audizione della vittima non può essere più delegabile alla polizia giudiziaria, ma diventerà obbligatoria per il pm. L’idea è di raccogliere testimonianze dirette e garantire una maggiore partecipazione delle donne nei procedimenti penali.
Anche se non sarà vincolante, il parere delle vittime dovrà essere ascoltato dalle procure prima di decidere in merito a eventuali richieste di patteggiamento per reati come reveng porn, maltrattamenti, stalking e violenza sessuale. In riferimento alla violenza domestica, vengono introdotte misure più dure, come il rafforzamento dei domiciliari.
Per quanto riguarda, invece, i responsabili di violenza di genere, il Ddl antiviolenza prevede l’obbligo di estensione del distanziamento oltre 500 metri dalle vittime, ma non solo per quanto riguarda l’abitazione, perché riguarda anche i luoghi più frequentati. Il disegno di legge introduce anche un altro obbligo, quello che i magistrati seguano almeno un corso ad hoc, per rafforzare la loro formazione.
RISOLTO IL NODO DELLE IMPOSTE SUI RISARCIMENTI
Infine, il governo Meloni interviene anche sull’imposta di risarcimento sulle vittime di violenza, emerso nel caso di Giulia Galiotto, perché il Fisco aveva chiesto alla famiglia della vittima di femminicidio di pagare le tasse sul risarcimento che l’assassino avrebbe dovuto versare, sebbene non lo avessero mai ricevuto. Di conseguenza, questo disegno di legge esclude il risarcimento dal reddito imponibile, quindi non si dovranno pagare tasse su soldi non ancora incassati.
