Cittadinanza, sentenza della Consulta boccia obbligo dell'esame di italiano perché incostituzionale e discriminatorio
CONSULTA INTERVIENE SU CITTADINANZA
La cittadinanza italiana può essere concessa anche a chi non conosce la nostra lingua se non è in grado di farlo a causa di una disabilità. A stabilire questo principio è una sentenza della Consulta, secondo cui è illegittima la norma che non prevede eccezioni anche per chi ha malattie o ha un’età avanzata. In questo modo, si afferma un principio importante, cioè che l‘obbligo di conoscere l’italiano non vale per tutti nella stessa maniera, in particolare per chi oggettivamente ha delle difficoltà o limiti a livello di apprendimento legati a una patologia.
L’intervento della Corte Costituzionale riguarda una delle regole introdotte dal decreto sicurezza del 2018, in base a cui serve un livello B1 di italiano, quindi intermedio, per ottenere la cittadinanza tramite matrimonio o naturalizzazione. Questa regola nasce dal presupposto di garantire una migliore integrazione, d’altra parte ha creato un nuovo ostacolo per alcune persone, nello specifico quelle più vulnerabili.
Ed è su questo aspetto che si sofferma la sentenza della Consulta, secondo cui non si possono ignorare le condizioni personali, perché la cittadinanza non può essere legata a un requisito che qualcuno potrebbe non soddisfare per malattia o età.
Il testo della sentenza con cui la Consulta ha accolto il ricorso del Tar dell’Emilia-Romagna riconosce al legislatore la discrezionalità nella disciplina, d’altra parte evidenzia che non può sottrarsi al principio della costituzionalità, perché tutte le norme devono essere ragionevoli e proporzionali alle finalità perseguite, a ciò si aggiunge la necessità di rispettare le garanzie ai disabili.
NORMA DISCRIMINATORIA E INCOSTITUZIONALE
In altre parole, quella norma, alla luce di quanto sopra, solleva una questione anche di discriminazione indiretta, perché vengono penalizzate delle categorie di persone, che per le loro difficoltà non avrebbero modo di ottenere la cittadinanza italiana. Ma la Consulta va oltre, perché la questione non riguarda solo i disabili, ma anche chi ha un’età avanzata.
Tenendo conto che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, allora la norma legata al decreto sicurezza non solo viola tale principio, ma crea un ostacolo ulteriore a chi è in difficoltà, che si ritrova di fronte all’obbligo di dover fare qualcosa per lui impossibile.
In questi casi, dunque, dovrebbe essere sufficiente dimostrare la propria condizione attraverso un certificato medico per poter saltare la prova linguistica. In virtù di quanto sopra, la sentenza della Consulta potrebbe portare a una modifica della legge. Per quanto riguarda l’esonero, la Corte Costituzionale suggerisce la formula prevista per il test di lingua per ottenere il permesso di soggiorno UE di lungo periodo.
