Aumento età pensionabile dal 2027, muro del governo. Durigon (Lega): "Non ci sarà, lo sterilizzeremo. Si uscirà sempre a 67 anni dal mondo del lavoro"
DURIGON CONFERMA L’INTERVENTO DEL GOVERNO
Non si andrà in pensione più tardi: il governo è pronto a intervenire contro l’innalzamento dell’età pensionabile dal 2027. Lo assicura Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, in una dichiarazione riportata dal Giornale in cui ha ribadito la posizione dell’esecutivo. La misura è legata all’incremento della speranza di vita, ma il vicesegretario della Lega ha espressamente detto che l’aumento verrà “sterilizzato“, confermando la linea già espressa anche da Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, nei mesi scorsi.
La posizione del governo Meloni è chiara: evitare l’incremento, mantenendo l’età pensionabile a 67 anni e il requisito contributivo di 42 anni e 10 mesi per quanto riguarda la pensione anticipata, a prescindere appunto dalle variazioni sulla speranza di vita. Dalle proiezioni della Ragioneria di Stato è emerso che la questione non riguarda solo il 2027, perché le stime indicano che nel 2040 l’età pensionabile arriverà a 68 anni, a 70 nel 2068.
PERCHÉ È SCATTATO L’ADEGUAMENTO
Si tratta di un meccanismo introdotto per fare in modo che il sistema previdenziale sia sostenibile. Al contrario, la legge non prevede un taglio dei requisiti pensionistici se cala la speranza di vita, ma lo si può recuperare sottraendolo dallo scatto successivo. Per bloccare l’aumento serve, comunque, un decreto da parte del Mef. Dunque, il governo deve lavorare a una legge per “sterilizzare”, come promesso anche da Durigon, l’aumento dell’età pensionabile.
I COSTI DEL BLOCCO E IL RISCHIO ESODATI
Il governo, comunque, ha tempo per affrontare e risolvere la questione, più precisamente dovrà farlo entro la fine dell’anno, ma dovrà trovare le risorse necessarie. Il confronto con i sindacati, secondo il Giornale, non dovrebbe rappresentare un ostacolo, visto che sono aperti all’anticipo pensionistico in ogni forma. Secondo Domani, il blocco di questo scatto avrebbe un costo di 4 miliardi per gli anni 2027 e 2028, peraltro sarebbe un intervento tampone, perché poi il problema si ripresenterebbe l’anno successivo.
La questione va risolta per evitare il rischio esodati. Infatti, la questione riguarda migliaia di lavoratori, soprattutto chi ha optato per la pensione anticipata. La stima parla di oltre 44mila lavoratori che rischiano di trovarsi in una condizione di vuoto contributivo o reddituale per l’estensione dei tempi per uscire dal lavoro e andare in pensione. Ciò vuol dire ritrovarsi per tre mesi senza pensione e senza tutele.
