La Germania valuta il ritiro delle riserve d'oro depositate negli USA: la CDU teme che siano state reinvestite illegalmente, ma la Bundesbank frena
In un periodo di crescenti tensioni tra (ex?) partner commerciali, economici e militari la Germania sembra essere intenzionata a fare un passo in avanti accentuando ulteriormente le tensioni politiche, con alcuni leader della CDU – attuale partito di maggioranza nel parlamento tedesco, con più di 30% dei seggi – che hanno iniziato a valutare il ritiro delle riserve d’oro storicamente detenute da Berlino negli USA temendo che siano stati illegalmente sottratti e reinvestiti da Washington: un dubbio che era già stato sollevato dal governo tedesco più di un decennio fa e che torna prepotentemente sulle pagine dei giornali tedeschi nel momento in cui Trump, con i suoi dazi, ha avviato una vera e propria guerra commerciale con il vecchio continente.
Facendo prima di tutto un passetto indietro, è bene precisare che attualmente la Germania è il secondo paese al mondo per quantità di riserve auree: più della metà sono depositate nei caveau della banca nazionale tedesca, mentre un altro 13% si trova a Londra e il restante 37% (circa 1.236 tonnellate) a New York con un valore – quest’ultimo – di oltre 113 miliardi di euro; il tutto – ed è una consuetudine per ogni paese del mondo – al fine di garantirsi un rapidissimo accesso a valute estere a fronte di una qualsiasi crisi dell’euro.
La Germania vuole indietro le riserve d’oro dagli USA: la CDU teme che siano state reinvestite, ma la Bundesbank resta fiduciosa
Proprio quelle 1.236 tonnellate d’oro depositate negli USA sono ora nuovamente al centro delle richieste da parte della Germania, con alcuni leader della CDU – ma non il segretario e presidente tedesco Friedrich Merz – che stanno valutando la possibilità di chiederli indietro: la prima volta che venne ipotizzata questa mossa era il 2012 quando il parlamentare Marco Wanderwitz chiese alla Casa Bianca di poter ispezionare le riserve auree nei caveau della FED statunitense, non ottenendo – però – alcuna risposta.
Il caso si chiuse nel 2012, ma ora a fronte dell’inasprimento delle relazioni con Washington lo stesso Wanderwitz è tornato a chiedere di poter ispezionare le riserve d’oro della Germania, sostenuto anche dal collega (sempre tra le forze della CDU, ma all’interno dell’Europarlamento) Markus Ferber che ha chiesto che sia dia mandato alla stessa Bundesbank di calcolare l’esatta quantità d’oro rimasto a New York: il dubbio – neanche tanto velato – è che la Casa Bianca in questi anni potrebbe aver utilizzato a suo piacere quelle riserve auree; mentre dal conto della stessa Bundesbank l’unico commento ufficiale è una piena fiducia nel fatto che “il Federal Reserve System di New York [sia] un partner affidabile“.
