La proposta della Lega sulla trattativa in solitaria con Trump: “usiamo il gas come contropartita”. Parla Isabella Tovaglieri: “Von der Leyen inadeguata”
DALLA LEGA L’IMPUT PER TRATTARE (DA SOLI) CON TRUMP SUI DAZI: LA PROPOSTA DELLA EUROPARLAMENTARE TOVAGLIERI
Nel giorno in cui le Borse mondiali crollano inesorabilmente sotto il peso del caos dazi scatenato dall’amministrazione Trump, dal Governo Meloni si rinforza l’idea di poter trattare in maniera diretta con gli Stati Uniti: o almeno, la spinta della Lega – confermata nel Congresso Federale chiusosi ieri a Firenze con la rielezione di Matteo Salvini a Segretario fino al 2029 – trova a Palazzo Chigi la convinzione della stessa Presidente Giorgia Meloni, isolando Forza Italia che invece spingerebbe per trovare una risposta unica dell’Europa sul tema dazi.
Intervistata oggi da “La Verità” dopo aver partecipato al Congresso della Lega, l’europarlamentare del Carroccio Isabella Tovaglieri dettaglia il concetto sostenuto ieri dal vicepremier leghista sul palco di Firenze: per evitare una guerra commerciale dannosa e inutile per tutti, puntare sui contro-dazi “vendicativi” come ha ipotizzato di fare la Presidente della Commissione Europea è del tutto impensabile. «Portiamo avanti la trattativa diretta con Trump, anche da soli», spiega la parlamentare della Lega rieletta alle ultime Europee 2024 a Strasburgo.
Come ha spiegato Salvini e la Premier Meloni in questi giorni, sebbene i dazi contro l’UE da Washington siano considerati sbagliati, i peggiori e veri dazi «arrivano da Bruxelles»: per Tovaglieri tali “tasse” che ostacolano si chiamano ad esempio “burocrazia” e “Green Deal”. Tradotto, per uscire dalla potenziale crisi serve riformare se stessi – lato Europa – e puntare invece alla trattativa diretta con la Casa Bianca – lato Italia: i dazi di Trump sono certamente il contrario dell’ondata positiva per le nostre economie, riconosce l’europarlamentare dei Patrioti, ma impongono una scossa per la politica europea non più orientata all’ideologica ma «al benessere dei cittadini europei».
“VON DER LEYEN FA LA VICE-CANCELLIERA TEDESCA”: IL CAOS SULL’EUROPA
L’Italia, al netto dei nuovi dazi USA, gode di un generale surplus nei confronti degli Stati Uniti a livello commerciale, e dunque qualcosa occorre negoziare: meglio farlo però direttamente con Trump e non come Europa unita, è il consiglio lanciato dalla Lega dopo la due giorni di Congresso Federale. Dello stesso avviso sembra muoversi anche la Presidente del Consiglio Meloni, intervenuta al raduno leghista per sostenere la rielezione dell’amico Salvini: il problema non è muoversi a prescindere in “solitaria” ma l’adeguatezza o meno di chi dovrebbe rappresentare gli interessi anche degli italiani in un ipotetico tavolo UE-USA.
Come sottolinea ancora Tovaglieri a “La Verità”, la Presidente Von der Leyen è del tutto «inadeguata a rappresentare tutti», e l’attivismo di Macron in Francia fa intuire che lo sappiano bene anche gli altri leader: «l’Europa non è unita e la colpa non è dell’Italia». Bisogna dunque trattare preparandosi anche da soli, considerando che gli Stati Uniti sono il primo partner commerciale del nostro Paese e dunque non occorre affatto strappare alzando il tono dello scontro. Una vera risposta non è il controdazio ma la trattativa per eliminare le proprie barriere interne in Europa – burocrazia e regole Green su tutte – puntando alla riforma vera del Patto di Stabilità.
Secondo la Lega, come riporta Tovaglieri, vi è la possibilità di inserire alcune “contropartite” all’interno della prossima trattativa con l’America di Trump: tra queste, centrale sarà la politica energetica e il futuro del gas in Italia. Da Paese non autosufficiente dal punto di vista energetico, la proposta potrebbe essere quella di puntare a massimizzare gli accordi con gli USA sul gas anziché puntare su altri Paesi («con democrazie molto più fragili»), in questo modo il gas americano «sarebbe una contropartita nel tentativo negoziale di allentare i dazi».
A chiosa della forte critica mossa dalla Lega verso la direzione di Bruxelles, come ulteriore riprova della necessità di trattare senza Von der Leyen, vi è l’accusa contro la Presidente tedesca di non tutelare gli interessi di tutti ma di comportarsi come fosse «la vice-cancelliera» della Germania, «vuole salvare l’industria tedesca, non quella europea».
