La piazza anti-riarmo (e anti-UE) del M5s di Conte lancia la sfida a Meloni e Schlein: “ci apriamo all'esterno”. Il caos tra Ucraina e campo largo
IL “RIARMO” DEL M5S CONTRO IL RIARMO UE: UN ALERT PER IL CAMPO LARGO
Giuseppe Conte, con la manifestazione contro le armi in piazza a Roma, ritiene di aver lanciato un “pilastro” per la sfida al Centrodestra a guida Meloni: criticando l’UE e l’Occidente in senso lato nel non arrivare ad una pace immediata in Ucraina, il leader M5s punta dritto a rappresentare l’alternativa “pacifista” alla guida del Paese. E sebbene ringrazi la presenza di una piccola delegazione del Pd nel corteo per la pace di sabato, Conte sembra lanciare una sfida diretta anche al suo stesso “campo largo progressista”: «questo nuovo M5s si apre all’esterno», ha detto nel suo discorso finale nella piazza romana gremita.
L’ex Premier lo ribadisce poi oggi in una lunga intervista al “Fatto Quotidiano”, che già in passato ha rappresentato il “megafono” mediatico per i grandi annunci in casa Movimento 5Stelle (da Grillo a Di Battista, passando per Di Maio e per il “primo” Giuseppe Conte): «tutte le precedenti manifestazioni del M5s aveva solo gente nostra», mentre questa volta tra associazioni, reti varie, cittadini in autonomia e sindacati, in molti si sono identificati «nella grande piattaforma incentrata sul no al riarmo».
Ed è proprio in opposizione al piano europeo di difesa comune, in particolare modo sul continuare a fornire armi all’Ucraina e stanziare fondi in debito per riarmare i vari Stati, che il leader M5s prova a costruire la sua “alternativa” politica nel campo del centrosinistra, bollando la ‘simile’ iniziativa della Lega come inutile e “fine a se stessa”.
Dalla tiktoker Rita De Crescenzo fino alla base ex grillina, la grande piazza contro il riarmo parte dall’assunto che non si può rimanere con la sola dimensione politica per rilanciare il “no” secco al riarmo-prontezza 2030 di Bruxelles: «abbiamo portato in piazza tanta società civile, aprendo ad altre forze sociali e politiche». Dal suo ex Ministro dem Boccia ad altri esponenti del Pd e di AVS, l’unità di intenti di una parte della sinistra è quella di contestare l’iniziativa di Von der Leyen costruendo un’area politica equidistante (in negativo) da UE e Usa.
Il tutto però rischia di mettere in secondo piano Elly Schlein che da leader del Pd da diversi mesi si ritrova con una tensione interna alle varie correnti dem proprio sugli stessi temi posti all’attenzione da Conte, che incarna l’ala più progressista e di sinistra e che non deve pensare a tenere assieme nel suo partito un’area più riformista-cattolica-europeista.
“QUESTA UE VA CRITICATA”: SU COSA SPINGE IL “NUOVO” GIUSEPPE CONTE
Ed è in questo stallo ormai perdurante del Pd di Schlein che il M5s del “nuovo” Conte pacifista si muove per allargare i consensi e – nel lungo periodo – puntare anche a prendere le redini dell’eventuale campo largo progressista anti-Meloni. «In tanti sono venuti per opporsi alla riconversione dell’economia europea in economia di guerra, che segnerebbe la morte dell’Italia e dell’Europa», ha spiegato ancora l’ex Presidente del Consiglio nell’intervista-manifesto col “Fatto”, sottolineando come la spesa di 800 miliardi serve solo alla Germania «per diventare una super potenza militare», ma non serve affatto ai cittadini.
Dopo aver accusato la Lega di Salvini di essere «paggetto dei poteri forti» – perché avrebbe votato con Meloni i vari provvedimenti per gli aiuti all’Ucraina – Giuseppe Conte prova a ricostruirsi un’immagine politica pura nella linea pacifista e anti-bellicista. Come però fanno ben notare nel Centrodestra, è lo stesso Conte che da Premier aumentava più di tutti gli ultimi Governi la spesa per la difesa, con ben due impegni sottoscritti dal suo Governo durante due vertici NATO consecutivi.
Secondo lo stesso leader M5s, serve un serio progetto di difesa comune che però questa Commissione Europea non sembra al momento intenzionato a produrre: «armarsi porterà solo alla distruzione dell’Europa», motivo per cui le mosse della Commissione Ue di Von der Leyen devono assolutamente essere «criticate», «non siamo per l’europeismo fideista per uno critico» e per questo serve estendere anche oltre il M5s «la battaglia contro il ReArm EU». «Questa manifestazione segna l’inizio del declino di Meloni», resta il dato principale dato ieri in piazza Conte, lanciando un messaggio al Governo ma soprattutto alla sua parte politica, che ora vede – in casa Pd – un possibile ulteriore rivale per ricostruire una coalizione a guida Dem.
