Le parole dell'avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, stamane presente a Mattino Cinque News: ecco che cosa ha detto
L’avvocato di Alberto Stesi, Antonio De Rensis, è stato ospite stamane di Mattino Cinque News per fare chiarezza sugli ultimi aggiornamenti in merito al delitto di Garlasco a cominciare dalla richiesta di semilibertà , presentata dai legali del condannato che sarebbe stata rigettata dal pg per via di una intervista a Le Iene non autorizzata. “Non amo le polemiche perchè lavoro 18 ore al giorno e non ho voglio di farlo”, le prime parole del legale. Quindi ha commentato la lettera presentata dal ministero della giustizia in merito alla tanto contestata intervista di Alberto Stasi a Le Iene, attraverso cui si specifica che il detenuto avrebbe potuto farla in quanto era in permesso premio e in libertà.
“Chi firma – riprende la parola l’avvocato De Rensis – è il massimo controllore del comportamento di Alberto Stasi. Questo documento sapevamo che sarebbe arrivato, per rispetto ieri non ne abbiamo parlato fino a che non è arrivato visto che questo documento è andato al tribunale di sorveglianza e non a noi e per rispetto di chi l’ha firmato non abbiamo parlato, credo che il testo sia molto chiaro”, quindi non ci sono state delle infrazioni. “Sapeva che c’era l’intervista, sapeva dove sarebbe stata fatta, e quindi Alberto Stasi ha fatto ciò che doveva fare.
AVVOCATO ALBERTO STASI: “NEL 90 PER CENTO DEI CASI…”
Quindi l’avvocato di Alberto Stasi ha proseguito: “Questa autorità per prima rileva se il detenuto compie qualcosa che non doveva fare. Il diniego o il parere negativo della procura generale avviene il 90 per cento delle volte che si chiede un beneficio. Noi avvocati non siamo sorpresi come spesso accade che un pubblico ministero chiede dieci anni di galera e poi l’imputato viene assolto. Si fa bene a fare chiarezza certo”.
L’avvocato di Alberto Stasi conclude: “Questo documento lo chiarisce perfettamente. Poi la semilibertà può essere negata o concesse ma non è questo il punto dirimente, Alberto il 22 marzo non ha violato nulla e lo dice il direttore del carcere non io”. Sembra quindi essersi fatta chiarezza una volta per tutte, ricordiamo che il parere del tribunale è atteso fra cinque giorni.
