Appare interessante guardare insieme i film "Oceania" del 2016 e il sequel del 2024, dove c'è un protagonista particolare
Oceania 2, uno degli ultimi film Disney, è un prodotto che riparte dal precedente e che merita di essere visto con attenzione. Per guardarlo serve però avere bene in mente il primo film, del 2016, molto apprezzato dalla critica.
Nel primo film è grande l’attenzione posta su Vaiana, l’indiscussa protagonista, e il suo desiderio dell’Oceano vasto e infinito, che si trasforma nella volontà di prendere il largo. Interessante notare come tutto questo aspetto legato al desiderio viene presentato in modo tale da poterlo definire come un “forte carattere vocazionale”, in un gioco tra chiamata, risposta e appunto desiderio dell’infinito, dell'”oltre” rappresentato dal confine del reef, una barriera naturale che è un limite che il suo popolo non supera da mille anni.
Un popolo di viaggiatori addomesticato, che ha perso la sua vocazione verso l’ignoto (o per meglio dire verso il mistero della scoperta), preferendo una vita tranquilla e sicura, che però sta per finire.
Interessante dunque notare come Vaiana, che non riesce a resistere alla nostalgia dell’Oceano, personificato nella pellicola in modo simpatico ed efficace, parla di quello che accade nel suo cuore, che non può sopportare di venire addomesticato man mano che gli anni passano all’interno del suo villaggio e la routine potrebbe prendere il sopravvento: “Credo che quella luce potrà guidarmi, stavolta no, non mi opporrò! Sembra quasi che speri anche lei di trovarmi… La cercherò! Cosa ci sarà che mi attende là? L’orizzonte mi chiama a sé per nome, ed io non so dov’è che andrò! Anche il vento mi sfiora e continua ad attrarmi… Lo seguirò! Ce la farò” (Oltre l’orizzonte, canzone).
Più ancora che l’avventura, dove incontrerà il semidio Maui e inizierà una relazione d’amicizia vera, il film si sviluppa partendo dalla risposta di Vaiana alla chiamata dell’Oceano. Non sa perché è stata scelta lei, ma è stata scelta. Il film di fatto non è altro che la risposta fedele, fiduciosa e libera a una chiamata misteriosa che si svela mano a mano e che riecheggia, con i dovuti distinguo, la chiamata cristiana: “Cristo mendicante del cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo mendicante di Cristo” (L. Giussani). Tutto quello che accade dopo è conseguenza del suo sì.
C’è un’altra protagonista nel primo come nel secondo film di Oceania, che è la nonna di Vaiana, colei che la aiuta a guardare la realtà per quello che è e che è l’unica a prendere sul serio la sua vocazione: per la maggior parte delle due pellicole la nonna è un personaggio non più presente, eppure la separazione dolorosa tra le due, avvenuta nel primo film, viene sovrastata da un altro tipo di reazione, “dall’ aldilà”, senza che l’anziana venga presentata come un fantasma lontano o un ricordo ma, al contrario, come una presenza possibile dopo la morte (“Eccoci, di nuovi insieme, soltanto un po’ diverse”) e sperimentabile tramite l’Oceano.
Nel secondo film di Oceania si riparte dunque da una Vaiana più grande e matura che dovrà affrontare prove diverse, insieme ad alcuni vecchi amici e a qualche nuova conoscenza; in più è nata da qualche anno sua sorella più piccola, particolare di non poco conto. Se nel primo film l’aspetto vocazionale era esplicito, ora sono gli affetti quelli a cui viene posta maggiore attenzione: prima Vaiana viaggiava da sola con l’amico semidio Maui, ora insieme a lei c’è un piccolo equipaggio che non vuole deludere.
Da notare inoltre che, mentre nel primo film Oceania la giovane protagonista era in fuga dal villaggio, nel secondo Vaiana parte lasciando dietro di sé gli affetti, compresa sua sorella: l’affetto tra le sorelle separate verra però mediato, ancora una volta, dall’Oceano, che da forza misteriosa diviene amico dei protagonisti (“l’Oceano è mio amico”). Si potrebbe dunque riassumere il ruolo dell’Oceano, forse il vero protagonista, come una forza misteriosa che, chiamando, lascia non solo la libertà della risposta, ma anche gli strumenti e la compagnia per compiere la chiamata.
Due film di Oceania dunque da vedere l’uno insieme all’altro, dove il senso religioso delle persone viene espresso splendidamente ed esaltato come l’unica componente umana per svelare l’uomo all’uomo. E, di questi tempi, non è poco.
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