Strage di Capaci, indagini a tutto campo sul Dna di due uomini e una donna trovato su alcuni reperti del luogo dell'esplosione...
Strage di Capaci, le indagini continuano e si focalizzano su tre reperti del luogo in cui, il 23 maggio 1992, avvenne l’esplosione costata la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie Francesca Morvillo e agli uomini della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Secondo quanto riportato dalla Tgr Sicilia, il Dna di tre persone, due uomini e una donna, sarebbe stato isolato sugli oggetti in questione, recuperati dagli investigatori nei pressi del cratere provocato dall’attentato. Si tratta di un paio di guanti in lattice, una torcia e un tubetto di mastice custoditi presso la Procura di Caltanissetta e oggi al vaglio degli inquirenti con nuovi accertamenti volti a dare una identità ai profili genetici rilevati, quelli degli altri killer finora scampati alla giustizia.
Strage di Capaci, pm De Luca: “Tutti i filoni sono aperti”
Salvatore De Luca, procuratore di Caltanissetta, ha confermato alla Tgr Sicilia che “tutti i filoni di indagine sono allo stato aperti” in merito alle stragi e in particolare a quella di Capaci. I profili estratti dai reperti non corrispondono ai soggetti indagati e oggi archiviati, per questo si sonda ogni pista volta all’individuazione dei due uomini e della donna che avrebbero impresso la loro “firma” sulla strage con il Dna.
Restano aperti, ha precisato De Luca, anche i filoni investigativi sui cosiddetti “misteri” delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Gli sforzi degli inquirenti proseguono anche con l’esplorazione di “ogni angolo rimasto inesplorato“, dopo l’intervenuta archiviazione della posizione di Rosa Belotti, di Giovanni Peluso e dell’ex compagna Marianna Castro.
