Delitto di Garlasco, Massimo Lovati (legale di Andrea Sempio): "Indagine insidiosa, ipotesi concorso inventata ad arte". L'attacco alla Procura di Pavia
Tanti i sospetti e i veleni sul delitto di Garlasco, ma poche le prove, secondo l’avvocato Massimo Lovati, il quale, a Ore 14, fa notare che, ad esempio, la cosiddetta triangolazione di telefonate tra il suo assistito Andrea Sempio e i due amici, Roberto e Mattia, il giorno dell’omicidio di Chiara Poggi, rappresenti un punto a loro favore. “Hanno una valenza positiva. Io non sapevo che c’erano, ma sono contento che le abbiano trovate. Un assassino non chiama gli amici continuamente dopo un omicidio così efferato, va a nascondersi.”
La particolarità delle chiamate è che i due amici non avevano raccontato, a sommarie informazioni, di aver sentito l’amico quella mattina. “Siccome è insignificante che degli amici si telefonino, è una roba banale, non dà nell’occhio. Al massimo è favorevole alla difesa”, ha aggiunto il legale dell’indagato nella nuova inchiesta.
Nelle ultime settimane è tornato alla ribalta lo scontrino, che potrebbe essere stato ritirato dalla mamma, non da Sempio. “Si prendono i fatti per la coda anziché per il capo. Abbiamo un pezzo di carta che non vuol dire niente, non è un alibi. Per esserci un alibi, deve esserci un’accusa. Gli hanno solo chiesto dov’era. State facendo un processo a un pezzo di carta”, la replica dell’avvocato.
Quando l’inviata gli fa notare che, nella precedente indagine, lo aveva portato ai carabinieri come se fosse un alibi, il legale ha dribblato: “E che problema c’è? Allora mamma e figlio sono complici? Ma questa è una cosa fantascientifica! Ma dove volete arrivare?”.
DELITTO DI GARLASCO, L’ATTACCO DI LOVATI ALLA PROCURA DI PAVIA
L’avvocato Massimo Lovati ha ribadito che il suo assistito sostiene che quello scontrino sia suo, ma, comunque, è una questione irrilevante per lui. Il legale di Andrea Sempio ha contestato l’accusa mossa nei confronti del suo assistito: “Per la verità processuale il colpevole è Alberto Stasi, ma quella sostanziale la sa il Signore. Quello che mi stupisce è che non si è mai parlato di concorso, neppure nell’indagine del 2017, archiviata in tre mesi. Ora salta fuori un capo di imputazione che non sta né in cielo né in terra. Lo chiamo ‘ondivago’ perché non si capisce niente.”
Secondo Lovati, si tratta di un capo di imputazione “che non consente una difesa, perché è generico e contraddittorio”. Dunque, ribadisce le sue perplessità sulla nuova indagine sul delitto di Garlasco, che definisce “insidiosa” e ritiene sia partita male: “In diritto va identificato il fatto, mentre qui si parte dalla coda. Ora devono cercare i correi? I correi di chi?”.
Infine, la difesa di Sempio ha confermato la decisione di non estendere il prelievo del DNA in vista dell’incidente probatorio: “Non va allargato il cerchio, va ristretto. L’ipotesi di concorso è stata inventata ad arte. Ho i miei dubbi, me li tengo. Non si è mai parlato di concorso in vent’anni, e vorrebbero cercare i complici prima del colpevole? Non si fanno così le indagini.”
