Barbie sarà dotata di intelligenza artificiale: Mattel e OpenAI annunciano una partnership per giocattoli interattivi entro la fine del 2025
L’idea è quella di rendere personaggi come Barbie o i veicoli Hot Wheels capaci di generare risposte in tempo reale, raccontare storie personalizzate, reagire agli stimoli e creare un’interazione sempre più credibile e dinamica con chi ci gioca; secondo quanto comunicato, il primo giocattolo “intelligente” dovrebbe arrivare entro la fine del 2025 anche se non è ancora stato dichiarato ufficialmente quale sarà la linea scelta per l’esordio ma proprio Barbieè tra le candidate più probabili.
I modelli utilizzati, tra cui ChatGPT Enterprise, serviranno sia a velocizzare lo sviluppo dei prodotti sia a costruire nuove esperienze più immersive e coinvolgenti; Mattel ha ribadito l’impegno a garantire contenuti adatti all’età e a tutelare la privacy degli utenti più giovani, anche se nel frattempo è arrivata la precisazione che i nuovi prodotti saranno destinati ai bambini di almeno 13 anni.
L’annuncio non ha però raccolto solo applausi: associazioni come Public Citizen parlano di “esperimento sociale rischioso”, temendo che giocattoli così avanzati e reattivi possano confondere i bambini più piccoli, modificando la loro percezione della realtà e influenzando lo sviluppo delle relazioni sociali.
Barbie, IA e privacy: tra futuro del gioco e dubbi sul confine tra reale e artificiale
L’ingresso dell’intelligenza artificiale nel mondo dei giocattoli con Barbie non è una novità assoluta per Mattel in quanto nel 2015 ci fu già un tentativo con “Hello Barbie”, dotata di riconoscimento vocale e risposte automatiche, che però finì rapidamente nel dimenticatoio a causa di problemi legati alla sicurezza e alla gestione dei dati, ma con l’accordo siglato con OpenAI le ambizioni sembrano molto più alte: l’obiettivo è creare una Barbie in grado di sostenere conversazioni vere, riconoscere le emozioni, adattarsi nel tempo, ricordare preferenze e offrire stimoli personalizzati.
Si tratta di una trasformazione vera e propria che ridefinisce il rapporto tra bambino e giocattolo e porta il gioco in una dimensione ibrida tra fisico e digitale e tutto questo avviene in un momento in cui il settore è in difficoltà, con vendite in calo e un’urgente necessità di innovazione; per Mattel, l’intelligenza artificiale rappresenta quindi un’occasione per rilanciarsi e riposizionarsi come azienda tecnologica più che semplicemente produttiva.
Resta, però, il tema delicato della privacy: nonostante l’azienda parli di sistemi “sicuri” e “controllati”, non è ancora chiaro come verranno gestite le informazioni raccolte durante l’interazione né quanto sarà personalizzata l’esperienza utente e il limite d’età – fissato a 13 anni – mostra una certa consapevolezza dei rischi, ma non elimina le domande su cosa significhi davvero affidare una parte così sensibile della crescita infantile a un sistema linguistico programmato per ascoltare e rispondere.
