Le prime conseguenze dell'attacco USA ai tre siti in Iran ha scaturito dei forti rincari sulla benzina 2025. Ma le preoccupazioni sono ben altre.
Nuovi e preoccupanti aumenti di prezzo sul rifornimento di carburante al 24 giugno 2025. La situazione sembra essere sfuggita di mano, la cui principale causa è legata all’attacco di Trump nei 3 siti nucleari iraniani. Secondo il Codacons, il picco è impressionante, coinvolgendo l’intera rete stradale del Bel Paese (autostrade incluse).
L’aumento si sarebbe manifestato non solo in modalità “servito“, ma anche nei self service (sia di benzina che di gasolio). Per fare un esempio, sulla A4 (Milano-Brescia), la benzina servita sarebbe arrivata a 2,3 € per litro, mentre poco più alta (2,36 € al litro) sempre la “verde” sull’autostrada Torino-Piacenza (A21).
Preoccupazioni sui rincari carburante 2025
Secondo Codacons, gli aumenti di prezzo del carburante a giugno 2025 appaiono preoccupanti. Tra le tensioni geopolitiche (soprattutto con l’attacco di Trump in Iran) e gli aumenti “fisiologici” legati alla stagione estiva, i prezzi potrebbero risultare fuori controllo.
Sull’autostrada A5, il cui tratto è Torino-Aosta, il gasolio era fra 2,24 € e 2,28 € per litro, mentre la benzina ammontava a 1,99 €. L’Associazione che tutela i diritti dei consumatori rivela che questi prezzi sono fuori dall’ordinario.
Anche la Staffetta Quotidiana si aggrega alle considerazioni di Codacons, confermando che il picco raggiunto dal mese di aprile ad oggi, e relativamente agli incrementi del gasolio e della benzina, è alle stelle.
Nessun scampo per GNL e metano
Da Staffetta e dall’Osservatorio prezzi, sotto analisi da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, si evince che non ci sarebbe scampo neppure per il GNL (che sale a 1,269 € per kg) e il metano (in modalità servito che tocca 1,441 € per kg).
Ciò che scende (seppur lievemente) è il GPL, il cui prezzo medio si attesta a 0,707 € per ogni litro.
Contrariamente a quanto affermato finora, l’associazione di categoria, Assopetroli, riferisce che per loro non sussiste nessuna preoccupazione su potenziali “speculazioni eccessive”; tuttavia, gli stessi consigliano ai consumatori di consultare portali ufficiali al fine di prendere conoscenza sulla mobilità.
Occhi sullo stretto di Hormuz
Lo stretto di Hormuz è un importante tratto marino che si estende per 50 chilometri e si trova al centro del Golfo Persico, dividendo gli Emirati Arabi dall’Iran. La sua importanza è a livelli internazionali, dato che da lì viene trasportato non solo il petrolio, ma anche gran parte dei materiali energetici.
A causa dell’attacco USA in Iran, la capitale Teheran ha minacciato di bloccare lo stretto di Hormuz, con conseguenti aumenti dei prezzi non solo della benzina, ma anche sul fronte energetico.
Anche il Governo Meloni è preoccupato sulla vicenda, ma laddove il tratto marino venisse bloccato, la Premier ha riferito di avere “gli approvvigionamenti necessari“.
