Nel cuore di Sorrento c'è un canyon segreto che non può non lasciare senza fiato per la sua bellezza
C’è un angolo di Sorrento che pochi conoscono, un luogo che sfugge allo sguardo distratto del turista frettoloso e che invece custodisce una storia antica intrecciata con la potenza inarrestabile della natura. Si chiama Vallone dei Mulini, e non è soltanto un canyon. Si tratta di un piccolo miracolo geologico e storico, incastonato tra le pieghe di una città nota per i suoi scorci romantici e i suoi tramonti sul mare.
Questo canyon, oggi nascosto agli occhi dei più, si trova paradossalmente cuore di Sorrento, a pochi metri di distanza dalla centralissima Piazza Tasso. Basta sporgersi da una ringhiera lungo via Fuorimura per intravedere, tra le fronde di una vegetazione lussureggiante, i resti di mulini abbandonati sepolti nel verde. Eppure, chi cammina per il centro cittadino difficilmente si accorge della sua presenza. Il Vallone è lì, silenzioso, come se volesse restare un segreto tra la terra e le radici.
Una ferita nella roccia lunga 35.000 anni
La sua origine risale a millenni fa, quando un’eruzione dei Campi Flegrei ricoprì l’intera area con uno spesso strato di tufo. Nel tempo, l’erosione causata dai ruscelli Casarlano e Sant’Antonino ha scavato una gola profonda e stretta, dando vita vita a questo suggestivo canyon naturale.
Ma è il dialogo tra uomo e ambiente a rendere il Vallone davvero unico. A partire dal XVII secolo la gola divenne un punto nevralgico per la vita economica di Sorrento. Tra i suoi fianchi scoscesi sorsero mulini ad acqua, una segheria per la lavorazione del legname e persino un lavatoio pubblico.

Grazie alla vicinanza con il porto di Marina Piccola, il Vallone era frequentato da artigiani, mugnani e lavandaie. Un microsmo operoso dove il suono dell’acqua e quello del lavoro umano si mescolavano.
L’oblio e il trionfo della natura
Tutto cambiò nella seconda metà dell’Ottocento, quando la realizzazione di Piazza Tasso e la distruzione del ponte che collegava il Vallone alla città ne decretarono il progressivo abbandono. L’intervento urbano alterò il microclima della zona, rendendo la gola umida, poco ventilata e sempre più inivivibile. Le attività economiche cessarono, gli edifici vennero lasciati al loro destino.
Ma proprio da questo abbandono è nata una nuova forma di vita. Il Vallone è oggi uno spettacolo della natura più selvaggia. Felci rare come la Phyllitis vulgaris, capperi, piante carnivore, e rampicanti lo avvolgono come un abbraccio eterno. I ruderi dei mulini si confondono con il verde, regaando a chi li osserva dall’alto un panorama quasi surreale, che richiama atmosfere da foresta tropicale, pur trovandosi nel cuore della Campania.
Come ammirarlo e cosa fare nei dintorni
Oggi il Vallone dei Mulini non è accessibile al pubblico perché si trova su suolo privato, ma può essere ammirato facilmente dall’alto. Il punto migliore per farlo è da via Fuorimura, propio dietro Piazza Tasso. La vista dall’alto è sufficiente per intuire la magia del luogo.
Da qui si può proseguire per una passeggiata rilassante lungo Corso Italia, tra le botteghe artigianali e i locali storici. La Cattedrale di Sorrento, con la sua facciata barocca e l’interno ricco di opere d’arte, è una tappa imperdibile per chi ama l’archietettura sacra. Poco distante, la Villa Comunale e il Belvedere di Piazza della Vittoria offrono scorci spettacolari sul Golfo di Napoli.
