Politiche migratorie sempre all’ordine del giorno. La Comunità di Sant’Egidio ringrazia il governo. In Europa però regna il doppiopesismo
In un editoriale su Avvenire, il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo ha rilanciato il ruolo dei “corridoi umanitari” nell’accoglienza dei migranti. L’intervento individua chiaramente – e opportunamente – l’efficacia di uno strumento riconosciuto dal diritto internazionale e innestato in un approccio politico non ideologico o strumentale. Impagliazzo non manca infatti di ringraziare per la “fattiva collaborazione” a una recente operazione in Libia promossa da Sant’Egidio due ministri del governo Meloni, Interno ed Esteri.
Matteo Piantedosi, attuale titolare del Viminale, era capo di gabinetto nello stesso ministero retto del vicepremier Matteo Salvini all’epoca dello sbarco-speronamento della Sea Watch 3 a Lampedusa. La “capitana” Carola Rackete è stata eletta nel frattempo oggi europarlamentare per l’estrema sinistra, mentre il nuovo governo tedesco (che si regge sulla stessa maggioranza Cdu-Spd del 2019) ha appena annunciato il taglio dei finanziamenti pubblici alle Ong che operano nel Mediterraneo.
In queste stesse ore il presidente francese Emmanuel Macron – fra l’altro storico interlocutore di Sant’Egidio – sta stringendo con il premier inglese Keir Starmer un accordo “volenteroso” in base al quale la Francia si farebbe carico di trattenere i migranti dagli attraversamenti clandestini della Manica a fronte di un compenso annuo di 480 milioni di sterline (circa 600 milioni di euro). Il piano presenta più di un’analogia con quello che l’allora ministro dell’Interno italiano Marco Minniti – nel governo Gentiloni a maggioranza centrosinistra – attuò direttamente in Libia, negoziando intese di fatto con le milizie locali per frenare le partenze dei “taxi del mare”.
Antonio Tajani – titolare della Farnesina nonché leader di Forza Italia – è stato presidente del Parlamento europeo dal 2017 al 2019 come esponente del Ppe. Gli successe direttamente, a Strasburgo, il socialdemocratico David Sassoli, nell’ambito largo del ribaltone italiano del 2019 che riportò il Pd al governo. Sassoli, da sempre vicinissimo di Sant’Egidio e prematuramente scomparso, nella primavera 2020 accompagnò la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen in Grecia, allora terreno di una crisi migratoria alla frontiera turca.
Le due massime cariche della Ue espressero sostegno al governo di Atene che faceva da “scudo” all’Europa – anche manu militari – contro le ondate di migranti dal Medio Oriente spinti dal leader turco Erdogan.
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