Secondo il geologo Mario Tozzi nessuno dovrebbe vivere sui Campi Flegrei: la sua idea è quella di creare un parco naturale per scongiurare i morti
A due passi dalla violenza scossa di terremoto ai Campi Flegrei che si è registrata nella giornata di ieri, con una magnitudo di 4.6 pari a quella dello scorso marzo – nonché la più alta registrata negli ultimi 40 anni – il Corriere della Sera è tornato a intervistare il geologo Mario Tozzi, attuale primo ricercatore del CNR e forte sostenitore (da più di un anno a questa parte) dell’idea di abbandonare completamente l’area dei Campi Flegrei prima che dalla conta della magnitudo, si passi a quella di morti e feriti.
Dal conto suo, comunque, Tozzi ci tiene a mettere in chiaro che quella attivata ai Campi Flegrei è una “rete di monitoraggio tale da non avere quasi uguali al mondo” che saprà certamente intercettare “per tempo” eventuali segnali di un’imminente eruzione; ma resta il fatto che secondo lui la popolazione non è “pronta per un esodo o un’evacuazione”, specialmente nel caso in cui si dovesse procedere nell’arco di 72 ore.

Lo dimostrano – ricorda e precisa il geologo – le recentissime esercitazioni sui piani di evacuazione dai Campi Flegrei che, oltre a essere state “poche”, sono rimaste in larga parte “deserte”; mentre resta fermo il fatto che se l’amministrazione locale non si è mossa per contenere i rischi, lo stesso hanno fatto i cittadini che – oltre a partecipare alle esercitazioni – dovrebbero iniziare a “pretendere controlli nelle proprie abitazioni” e a programmare interventi di installazione di “catene in ferro sulle pareti”.
Il geologo Mario Tozzi: “Nessuno dovrebbe vivere ai Campi Flegrei, dovrebbero trasformarli in un parco naturalistico”
Dal conto di Tozzi è certo che i Campi Flegrei sono una vera e propria “pentola a pressione” pronta a esplodere da un momento all’altro e sulla quale vivono più di mezzo milione di persone: fermo restando che certamente ci saranno “altri (..) terremoti”, probabilmente anche “più forti”, per il geologo i cittadini che attualmente vivono e lavorano sul territorio che sovrasta la caldera vulcanica “dovrebbero solo andare via” prima che la situazione peggiori.
Non a caso Tozzi ricorda che “quando la magnitudo arriva a 5 c’è poco da fare” perché “i palazzi crollano” e al contempo è del tutto innegabile il rischio di “un’eruzione” ai Campi Flegrei: in tal senso sarebbero del tutto illogici gli “atteggiamenti rassicuranti” ed è ora che l’amministrazione locale inizi a lavorare a incentivi che aiutino “i residenti ad allontanarsi progressivamente” dall’area; rendendo i Campi Flegrei “un grande parco naturale” che occasionalmente può anche ospitare “eventi”.
