Settebello, soprannome della nazionale di pallanuoto maschile: perchè si chiama così e l’aneddoto alla base dello pseudonimo.
Il mondo dello sport pullula di aneddoti e retroscena, di icone e di leggende; un elemento che spesso attira la curiosità degli appassionati riguarda la genesi di soprannomi e pseudonimi che, per via di imprese agonistiche gloriose, quasi si confondono con l’identità sportiva stessa. Un esempio più che noto riguarda il Settebello; sono in pochi a non associare tale soprannome, in maniera quasi immediata, con la nazionale maschile di pallanuoto. Nella cronaca sportiva è forse più utilizzato il soprannome che la reale definizione del gruppo: ma perchè il Settebello si chiama così?

Settebello e nazionale di pallanuoto maschile: la genesi del soprannome impresso nella storia dello sport
Per scoprire la genesi del soprannome della nazionale di pallanuoto maschile e perchè il Settebello si chiama così bisogna fare un tuffo nel passato, precisamente alle Olimpiadi di Londra del 1948. Nasce tutto per gioco, quasi nel senso stretto del termine: l’osso duro della squadra di allora – da Gildo Arena a Pasquale Buonocore, passando per Emilio Bulgarelli – erano soliti trascorrere le ore libere prima delle attività agonistiche cimentandosi nel noto gioco di carte della ‘Scopa’. Furono proprio loro, in una simpatica intervista, a volere che ci si riferisse a loro come ‘quelli del Settebello’.
Dal passatempo della Scopa – celebre gioco di carte – alla simpatica richiesta degli stessi giocatori, passando per la coincidenza del numero 7 che è appunto il numero dei titolari di ogni squadra. Insomma, è così che si spiega il perchè il Settebello si chiama così. Un aneddoto a tratti semplice, dal retrogusto goliardico, che ha reso un soprannome anche simbolo di una squadra entrata di prepotenza nella leggenda, tra le più vincenti della storia dello sport italiano. La nazionale di pallanuoto maschile è il Settebello; non una semplice allegoria, ma manifesto di successi e trionfi.
