Ucraina, emergenza corruzione: affari sporchi su armi, rifugi e cibo per militari/ L'altra guerra in corso
LA GUERRA INTERNA CONTRO LA CORRUZIONE
C’è un doppio volto dell’Ucraina: quello di un Paese che combatte l’invasione della Russia e, nel frattempo, è coinvolto in un’altra guerra, quella interna con la corruzione. Il problema è enorme e vi accende un faro il Fatto Quotidiano, con un reportage che evidenzia come, nonostante l’emergenza, ci siano funzionari, politici e imprenditori che avrebbero approfittato della situazione per arricchirsi.
A far tremare alcuni membri delle élite ucraine è il giornalista Denys Bihus, il cui giornale online d’inchiesta è stato colpito dallo smantellamento dell’USAID, che lo finanziava. Ma la sua attività non si ferma, anzi: è tornato a fare il giornalista dopo una parentesi nell’esercito, in cui operava come operatore di droni.

A fine maggio, la sua testata ha portato a galla lo scandalo di una presunta appropriazione indebita da parte di aziende che si occupano della costruzione di fortificazioni militari a Kherson e Jytomyr. Anziché acquistare i materiali direttamente dai produttori, le aziende si avvalevano di intermediari che così si garantivano margini importanti.
GLI AFFARI SPORCHI SOSPETTI
Sul caso c’è un’indagine preliminare, ma Bihus ha scoperto anche rifugi per le scuole costruiti senza gare d’appalto, da parte di aziende sospettate di aver incassato tangenti. A Leopoli, invece, è emerso un sistema illegale di importazione di auto, che usava come pretesto gli aiuti all’esercito. Nel tempo, sono stati documentati diversi casi di tangenti pagate per non finire al fronte. Ci sarebbero sospetti anche sulla costruzione di un cimitero militare.
Un altro giornalista d’inchiesta, Yurii Nikolov, ha scoperto fatture gonfiate per l’acquisto di cibo per i soldati: una vicenda che ha portato alle dimissioni di un ministro. Dunque, dall’invasione della Russia, non si stanno arricchendo solo coloro che sono coinvolti nel business delle armi, ma anche chi partecipa alla costruzione di impianti energetici e persone legate al sistema giudiziario.
Ormai i giornalisti e gli attivisti anticorruzione, come riportato dal Fatto Quotidiano, hanno maturato esperienza nel monitorare i contratti per individuare criticità. Infatti, nell’ottobre scorso, è emerso un contratto di armi sospetto: l’Agenzia ucraina responsabile dell’acquisto di attrezzature militari aveva stipulato accordi con intermediari che avevano gonfiato i prezzi. Peraltro, gli ordini non sarebbero stati neppure onorati, con danni per diverse centinaia di milioni di euro.
LE INCHIESTE TRA TAGLI E PRESSIONI
Anche alla luce del lavoro svolto dai giornalisti d’inchiesta e dagli attivisti, il ministro della Difesa Roustem Oumerov ha annunciato di voler riformare il sistema degli appalti pubblici del suo ministero. Ma evidentemente ciò significa anche che la corruzione è un problema attuale.
D’altra parte, c’è la volontà di affrontare la questione. Infatti, l’Alta Corte anticorruzione, nata sei anni fa, si sta occupando di 314 casi, alcuni dei quali legati alla guerra. Ad esempio, recentemente, l’ex viceministro della Difesa è stato messo ai domiciliari per le fatture gonfiate del cibo ai soldati.
Le pressioni non mancano, così come non manca il timore che la battaglia alla corruzione possa rallentare a causa dell’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, perché gli Stati Uniti hanno smesso di finanziare alcune organizzazioni molto attive, in virtù del caso USAID, ma anche perché hanno mollato la presa sull’Ucraina per quanto riguarda la corruzione, mentre l’amministrazione Biden pretendeva maggiore trasparenza.
Di sicuro, se l’Ucraina vuole davvero far parte dell’UE, deve fare sul serio – e di più – contro la corruzione, visto che uno dei requisiti riguarda proprio questo aspetto.
