Caso Almasri, la Procura libica collabora con la Corte Penale Internazionale e riconosce le accuse emettendo ordine di comparizione per l'ex generale
Almasri, l’ex funzionario della polizia penitenziaria libica, imputato dalla Corte Penale Internazionale per crimini contro l’umanità e violazioni dei diritti, che era stato rilasciato dall’Italia nonostante il mandato di arresto, è stato indagato anche dalla Procura generale in Libia. Come confermato da un comunicato riportato da Agenzia Nova, ora sarà chiamato a rispondere dei reati contestati, che potrebbero essere presto confermati anche dalle autorità locali in base alle prove contenute in un fascicolo, per poi procedere ad una accusa formale anche a livello nazionale.
Dalle dichiarazioni inoltre è emersa una chiara volontà di collaborazione, al fine di “contrastare l’impunità e garantire giustizia per le vittime delle gravi violazioni dei diritti umani” e “rafforzare i meccanismi di collaborazione giudiziaria internazionale“. In particolare, si tratterà di confrontare le due inchieste, per verificare se gli elementi che sono stati valutati nell’ambito dell’indagine, corrispondano con quelli in possesso della Procura Libica, che aveva già interrogato Al-Masri lo scorso 28 aprile, informandolo dei crimini a lui contestati dalla Cpi.
Al-Masri convocato dalla procura in Libia: “Collaboriamo con la Corte Penale Internazionale per verificare le accuse”
La Procura della Libia, riconoscendo la giurisdizione della Corte Penale de L’Aia, ha emesso un ordine di comparizione per Almasri, in relazione ai capi di imputazione contenuti nel mandato di arresto. L’ex generale, che era stato rilasciato dall’Italia, è accusato di crimini contro l’umanità nell’ambito del ruolo di funzionario, svolto all’interno delle strutture di detenzione libiche, in particolare nel carcere di Mitiga. Si tratta di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui: trattamenti inumani e detenzione arbitraria ma anche omicidio, stupro e tortura.
Il fascicolo nazionale, secondo quanto anticipato da Agenzia Nova, conterrebbe video, immagini che dimostrerebbero i reati, comprese le testimonianze e i referti medici registrati che proverebbero gli episodi di tortura, lesioni, violenze sessuali e decessi nei penitenziari. Queste prove saranno confrontate con quanto stabilito dal mandato della Cpi, per ottenere ulteriori elementi utili a confermare le accuse per integrare il caso nazionale a quello internazionale.
