A Zona Bianca, su Rete Quattro, ampio approfondimento sul delitto di Garlasco: in studio vi era anche l'avvocato Antonio De Rensis
Si torna a parlare di Garlasco negli studi di Zona Bianca e come ogni mercoledì anche ieri vi era ospite l’avvocato Antonio De Rensis, uno dei due legali di Alberto Stasi. Si comincia subito con l’ultimo aggiornamento sul delitto di Chiara Poggi, l’individuazione di un profilo genetico nella bocca della ragazza, che al momento non è stata identificata.
“Aspettiamo le successivi analisi che confermeranno o meno che non sia stata una contaminazione”, spiega il penalista mostrando prudenza per poi spiegare che “Se venisse confermato che si tratta di un dna di un terzo uomo allora è una prova ma non un indizio, questo riapre completamente il caso e può scrivere un’altra storia, ma dobbiamo procedere con grande prudenza e devono essere prudenti però anche anche alcuni vostri colleghi. Un giornalista può dire che è contaminato ma se poi diciamo che la povera Chiara potrebbe aver strappato con la bocca l’etichetta di un vestito toccato da altri, qui entriamo nel campo della fantascienza…”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “IO TEMO CHE SE TROVASSERO IL COLPEVOLE…”
De Rensis ha quindi ricordato il caso della povera Melania Rea, uccisa dal suo compagno Parolisi, e che venne trovata proprio con il dna dell’omicida nella bocca: “L’omicidio della povera signora Melania Rea non è avvenuto nel 1800, credo che sia avvenuto in un anno vicino a Garlasco e lì hanno lavorato in una certa maniera senza contaminazione, hanno trovato un dna sulla bocca…”, rispondendo al giornalista de Il Giornale Zurlo, che ha spiegato che all’epoca dei fatti di Garlasco le indagini veniva fatte in maniera differente rispetto ad ora, attirando su di se le ira dei presenti.
Quindi De Rensis lancia una provocazione: “Dettata dal grande dispiacere che vedo dal negazionismo rispetto a tutto a prescindere: io temo che se questa indagine dovesse arrivare ad un punto di svolto e che se qualcuno dovesse confessare, temo che dirà che è stato torturato. Io sto ascoltando un negazionismo verso questa gente che lavora tutti i giorni con impegno e coraggio, e invece una indulgenza verso persone che hanno fatto decine di errori e intanto quell’altro è in galera… cerchiamo di essere uniformi nei giudizi”. E ancora: “Io sono un po’ arrabbiato: come sono seri questi investigatori che prima di lanciare le loro teorie, come forse è successo nel 2007, vanno per esclusione e vanno a vedere decine di persone per avere la certezza che non ci sia stata la contaminazione. Ecco perchè sono deluso e amareggiato che nessuno dica che questa procura e carabinieri stanno andando per esclusione visto che a differenza di altri non si sono innamorati di nessuna idea”.
DELITTO DI GARLASCO, DE RENSIS: “LA PARTE AVVERSA ALL’INDAGINE…”
Poi aggiunge: “A differenza della granitica certezza del negazionismo che sento da parte dei consulenti e delle parti avverse all’indagine, noi siamo prudentissimi. Da una parte si dice che è stato sicuramente contaminato e addirittura è un dna non leggibile, noi siamo prudenti. Io sono convinto che ci siano più persone sulla scena del crimine ma io premetto sempre che è una mia ipotesi, quando invece sento la distruzione delle indagini “è certezza”, questa è la differenza”.
Sugli “indizi” a carico di Andrea Sempio, come il presunto dna sulle unghie di Chiara Poggi, la probabile impronta 33 sul muro di casa Poggi, De Rensis spiega: “Sempio è fortunato ad avere Lovati (anch’egli in studio a Zona Bianca ndr) e spero per Sempio che rimanga fino alla fine e sarà così. Ma se tu analizzi e obiettivamente pensi che se questi elementi fossero stati trovati su Alberto… quando senti in tv il procuratore dire che in 21 secondi ha capito che Sempio non c’entrava (riferendosi all’indagine del 2017 ndr), c’è l’obbligo di approfondire, indaghiamo”. De Rensis conclude sulla sua tesi sull’omicidio di Garlasco: “Io ho sempre pensato che ci possano essere tanti tipi di sicari e tanti tipi di mandanti”, anche se le sue parole sono un po’ criptiche e non fanno ben capire a cosa si riferiscano.
